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sabato 20 febbraio 2016

Carron fa fuori il Family Day

Un recente articolo di don Gabriele Mangiarotti mette giustamente in rilievo le gravissime affermazioni di Julian Carron espresse in un incontro di Scuola di Comunità del 17 febbraio.
Ecco la parte in questione:
Termino con un altro accenno. In queste settimane uno dei testi più citati nelle discussioni sono state le Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali della Congregazione per la Dottrina della fede, del 2003, che afferma: «In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell’equiparazione legale delle medesime al matrimonio», occorre opporsi. Come vedete, distingue le due cose condannandole entrambe: le unioni civili e l’equiparazione al matrimonio. Nel 2007 ci fu la discussione sui DICO, che tutti
ricordate, e all’epoca tutta la Chiesa italiana era contraria alle unioni civili. Adesso siamo nel 2016 e quasi tutti accetterebbero le unioni civili omosessuali, purché staccate dall’adozione e non equiparate al matrimonio. È perché la Chiesa italiana è diventata all’improvviso relativista o perché oggi le leggi civili, per assicurare la convivenza, hanno bisogno di dare spazio e riconoscimento a persone che la pensano diversamente dalla morale naturale o cattolica? Questo non vuol dire che noi non abbiamo tutto lo spazio per testimoniare la bellezza della famiglia così come Dio l’ha voluta creandoci maschio e femmina. 
Il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, compilato da Ratzinger e controfirmato da San Giovanni Paolo II, cita le due situazioni ma non le distingue affatto, anzi le accomuna completamente nelle loro ragioni profonde. Basta andarsi a leggere quel documento. Questa distinzione la vede solo Carron.
Tanto è vero che il paragrafo precedente a quello citato da Carron, così recita:
" A coloro che a partire da questa tolleranza vogliono procedere alla legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall'approvazione o dalla legalizzazione del male."
E poi non dice come alla Scuola di Comunità "occorre opporsi" ma il testo della Congregazione dice chiaramente "è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva".
Sommessamente vorrei sapere da Carron in quale occasione lui o CL si sono opposti in modo "chiaro e incisivo" alla proposta di legge Cirinnà. Al Family Day? Ma passiamo oltre.
Carron afferma pure che "Adesso siamo nel 2016 e quasi tutti accetterebbero le unioni civili omosessuali, purché staccate dall'adozione e non equiparate al matrimonio". Quasi tutti? Quasi tutti chi? Quasi tutti gli italiani? Lo dubito fortemente e comunque qui Carron sta parlando della Chiesa, non del mondo o della società civile. Quasi tutti i cristiani? Ma come si permette? E tutti quelli che hanno partecipato al Family Day? Non contano nulla per Carron? Sono spariti nel nulla?
E poi che razza di argomentazione è? Se tutti cambiano idea, Carron sarebbe disposto a cambiarla per questo motivo? Carron rinuncerebbe così alla verità? Carron rinuncerebbe alla propria fede?
L'operazione è intelligente ma l'esito è disastroso: si tenta una distinzione (che non esiste nelle motivazioni di fondo) tra riconoscimento delle unioni civili ed equiparazione al matrimonio, per poi tentare di affermare che "le leggi civili hanno bisogno di dare spazio e riconoscimento a persone che la pensano diversamente" (ma non si capisce perché le leggi civili avrebbero questo bisogno) per poi concludere che in fondo a noi questo non impedisce di fare altro ("testimoniare la bellezza della famiglia").
Ma Carron si rende conto di mettersi in radicale contrasto con il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede? Non solo perché "è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva" ma anche perché... basta leggere la conclusione di quel documento:
La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l'unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell'umanità.
Come conciliare questo con il fatto che le leggi civili "per assicurare la convivenza, avrebbero bisogno di dare spazio e riconoscimento a persone che la pensano diversamente"? In che modo si giustifica il ragionamento secondo cui il riconoscimento con la legge di tali persone (di tali unioni) potrebbe "assicurare la convivenza"?
E siccome lo Spirito Santo non smette ma di soffiare, ecco la conclusione di Carron, che sottoscrivo in pieno:
 Allora, amici, dobbiamo darci il tempo per renderci conto di ciò che sta succedendo. È un cambiamento talmente epocale che, se noi non ci aiutiamo a capirlo, facilitiamo lo scatenarsi di discussioni inconcludenti invece che un dialogo che ci consenta di ritrovare il nostro posto, il nostro compito: che cosa abbiamo da proporre e da vivere, da comunicare ai nostri amici proprio per quel che siamo, cioè una realtà nella vita della Chiesa, perché siamo Chiesa.
Ecco queste sono le ragioni per cui era doveroso andare in piazza al Family Day. Le ragioni per cui io sono andato al Family Day. Non solo perché è "doveroso opporsi in forma chiara e incisiva", ma soprattutto per quel che siamo, cioè una realtà viva della Chiesa.