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sabato 26 maggio 2018

Il cielo è bianco e nero

Leggendo il post di Aldo Maria Valli dal titolo "Ma che noia questo nuovo scudetto bianco e nero" mi è venuta in mente la classica reazione di un bambino che chiede al padre: "Papà, ma che faremo tutto il giorno in Paradiso?", "Ameremo Dio e canteremo insieme agli angeli!" risponde il padre. E il bimbo conclude: "Che noia!".

Così scrive Aldo:
"Che noia, che barba! Vorrei chiedere agli amici che tifano per quella squadra di Torino, quella con la maglia a righe bianche e nere e il nome latino: ma non siete stufi? Non sapete fare altro che vincere scudetti. Che monotonia, che piattezza, che uniformità. Volete mettere noi dell’Inter? Noi siamo la sorpresa, l’imprevedibile, il mistero. Noi vinciamo quando ci va, spesso quando dovremmo perdere, e perdiamo quando ci va, spesso in modo rovinoso, quando dovremmo vincere. Noi riusciamo a battere quella squadra lì, quella con le maglie bianche e nere, pur essendo in dieci contro undici, ma, ovviamente, solo fino a cinque minuti dalla fine. Poi ci facciamo infilare due volte, e così le consegniamo l’ennesimo scudetto. Perché a noi piacciono i colpi di scena, anche al contrario. E loro sempre lì, pronti a cogliere ogni occasione buona per vincere, in modo meccanico, automatico, ripetitivo.
Noi siamo l’estro, l’improvvisazione, il colpo di genio, oppure il cataclisma. Loro sono programmati per vincere. E lo fanno. Perché non sanno fare altro. Noi siamo la libertà, l’inventiva, la fantasia sfrenata. Loro sono un esercito che risponde a un solo ordine: accumulare scudetti. E lo fa."

No caro Aldo, non c'è proprio nessuna noia, te lo dico da juventino, visto che tu lo chiedi esplicitamente. Non c'è nessuna noia perché ogni volta c'è qualcosa di diverso, c'è una storia diversa, ci sono ragioni diverse. Come il primo scudetto di questa serie, quello del 2012, dopo sei anni di purgatorio, dopo la discesa in serie B, dopo tante difficoltà a ricostruire una squadra di un certo livello. E la squadra che fece il record di punti, 102 punti? Una storia diversa pure quella. E il campionato che iniziò malissimo (2015) nel quale facemmo appena 12 punti in 10 partite, vinto poi grazie ad una striscia impressionante di vittorie? Una storia diversa pure quella.
Così come è stata una storia diversa quest'anno, con lo scudetto vinto nonostante uno splendido Napoli, autore di una stagione straordinaria. Come scrivi? "Poi ci facciamo infilare due volte, e così le consegniamo l’ennesimo scudetto". No caro, lo scudetto ce lo siamo meritato perché abbiamo fatto 95 punti, cioè gli altri 92 punti li abbiamo fatti altrove, per esempio con una fondamentale vittoria a Napoli. Non ci avete consegnato niente perché pure la vittoria a Milano ce la siamo conquistata, con quella determinazione che la squadra mette in campo fino al 90esimo e oltre. E non ci avete consegnato niente perché anche nel caso della sconfitta, come dimostra la classifica finale, lo scudetto sarebbe stato nostro. Questi sono i numeri, il resto sono chiacchiere, quelle che tanto amano i tifosi interisti, ammaliati da una pazza Inter (sull'amore non si discute) e quindi in difficoltà a ragionare un pochino e a capire i propri limiti.

I numeri dicevo. Proprio quei numeri sbugiardano il resto del tuo post, dal tono vagamente (anche se affettuosamente) diffamatorio per noi juventini. "Perché lo sappiamo come funziona: in dubio pro Juventute". Si lo sapete: e lo sapete perché da venti o da quarant'anni ve lo ripetete e ve lo ripetete perché lo sapete. Sembra un girone dantesco. Ossessivamente ve lo ripetete, per giustificare razionalmente la discrepanza mostruosa tra il vostro amore alla squadra e la scarsità dei successi.
E dopo un accenno vago al "fattaccio" del rigore su Ronaldo del campionato 1997-98, tiri fuori la perla di questi tempi, che comunque è il ritornello sotterraneo da sempre: la Juve non vince in Europa perché lì gli arbitri non hanno la sudditanza nei confronti del potere juventino. Ecco la frase che casca a fagiolo di questi tempi, dopo l'eliminazione col Real Madrid e la vittoria del settimo scudetto consecutivo.
"C’è la faccenda Champions. E c’è quel numero: sette. Loro, quelli con le maglie bianche e nere, in queste ore esultano per il settimo scudetto consecutivo. Ma io, umilmente, mi permetto di ricordare un altro sette. Sette come le finali di Champions che loro hanno perso. Vogliamo elencarle? Ma sì, dai: 1973, contro l’Ajax; 1983, contro l’Amburgo; 1997, contro il Dortmund; 1998, contro il Real Madrid; 2003, contro il Milan; 2015, contro il Barcellona; 2017, contro il Real Madrid.
Perché questo elenco?. Ma, non so. Ha un che di musicale. Mi rilassa. E mi fa venire un pensiero: strano come quella squadra con le maglie bianche e nere, che in Italia trova sempre un Ceccherini, in Europa torni a essere una come tutte le altre. Una contro la quale si può anche fischiare un rigore all'ultimo secondo... E sappiamo essere magnanimi. Nonostante Ceccherini e Iuliano, nonostante i ripetuti furti bianconeri  (mai sentito parlare di un certo gol di un certo Turone della Roma, annullato ingiustamente?), nonostante gli innumerevoli favori arbitrali da loro ricevuti, nonostante le malefatte di un certo Moggi, noi sappiamo perdonare".
 Ecco costruito un bel capo d'accusa, con tanto di evidenze, no?
Poi però ci sono le testimonianze dei diretti interessati; e ci sono pure i dati. Ma prima di tutto vorrei fare una considerazione più generale: queste sarebbero le prove schiaccianti? Due episodi (Juve-Roma 0-0 anno 1981, Juve-Inter 1-0 anno 1998) in trentasette anni? Non avete niente altro nel cassetto, poveri interisti?
Partiamo dalle testimonianze dei diretti interessati. Ceccherini: "Ho sbagliato a non dare fallo di sfondamento di Ronaldo" e ovviamente non l'ha dato perché ha applicato la regola del vantaggio. Poi ci sono i numeri e le considerazioni morali: si, ci sono le considerazioni morali, perché uno scudetto oltre a vincerlo, bisogna pure meritarselo. E qualcuno osa dire quella Juve era poco meritevole? Una Juve giudicata a livello internazionale come la squadra più forte del mondo, in quegli anni? Una squadra vincitrice della Champions del 1995, capace di tornare in finale due volte consecutive (1997 persa contro l'Amburgo e 1998 persa contro il Real con un gol in fuorigioco) un record per quei tempi, e di vincere la Supercoppa Europea nel 1995 con il punteggio complessivo di 9 a 2 (contro il PSG, 1-6 e 3-1 a Torino).
E veniamo all'altro episodio epocale, il celebre e mitologico gol di Turone. Una storia vecchia di diciassette anni, ormai entrata nella mitologia, soprattutto nell'immaginario collettivo romano. Anche io vivo a Roma, caro Aldo, quindi come te parlo con cognizione di causa. Su questo episodio, a scusante di tutti quelli convinti della regolarità del gol, voglio dire che le immagini dell'epoca sono davvero di cattiva qualità (per chi è abituato alla alta definizione odierna, senza arrivare al 4K). A velocità normale, il video lascia veramente l'impressione di un gol regolare. Ma si tratta di una illusione ottica dovuta alla totale mancanza di prospettiva. E la moviola dell'epoca di Carlo Sassi (sulla cui professionalità nessuno potrà avere modo di dubitare) già dimostrò che Turone era effettivamente in fuorigioco.
La mitologia sul gol di Turone invece nasce un anno e mezzo dopo, quando una redazione romana della Rai facendo un uso diciamo "spregiudicato" di una nuova tecnologia (il Telebeam) colla quale "dimostrarono" che Turone era in posizione regolare. Interessante il commento di Sassi nel 2003, intervistato da RadioRai 2 e che si può ascoltare su Youtube: "...dimostrarono che non era in fuorigioco, il che non era vero, perché hanno [pausa] non dico barato... e Turone era in fuorigioco".
E così venne creato il mito del "gol di Turone", un mito sempre alimentato ad ogni nuova vittoria della Juve, un mito che ovviamente seleziona la memoria, ricordando ciò che fa comodo e obliterando ciò che non si accorda. E così ancora oggi nessuno ricorda che in quella partita Furino fu espulso e la Juve giocò 40 minuti in dieci uomini.Ora, se gli arbitri erano (e sono? anche dopo Calciopoli?) così succubi della Juve, come mai quell'arbitro espulse Furino in una partita tanto delicata e decisiva per lo scudetto? Non era forse lo stesso arbitro che fischiò il fuorigioco?

Ma veniamo alla chicca finale, quella sulle "malefatte di un certo Moggi". Quel Moggi che aveva creato la cosiddetta "cupola di Moggi", di cui faceva parte... solo l'arbitro Braschi! Unico arbitro condannato! E qui calo la mia testimonianza, perché da un video di Youtube si apprende che:

  • Braschi non aveva schede telefoniche svizzere;
  • dai tabulati risulta che Braschi non ha mai parlato con Moggi;
  • Braschi invece parlava spesso con Facchetti (Inter) e Meani (Milan).

Infatti la magistratura ordinaria arriva all'unica conclusione possibile: assolto perché il fatto non sussiste.
E veniamo ai numeri. Prendiamo l'epoca di Moggi alla Juve, anni 1994-2006 e vediamo quali risultati hanno ottenuto.
In quegli anni in Europa l'Inter vince due coppe UEFA (1994 e 1998) e arriva in finale una volta (1996). Però ottiene anche delle eliminazioni umilianti, come nel 1995 e 1996 (trentaduesimi di finale coppa UEFA) e nel 2001 (preliminari di Champions League e ottavi di coppa UEFA).
La Juve invece in quegli anni vince la Champions nel 1995 e la coppa UEFA (1993), arriva due volte in finale in Champions (1997 e 1998) una volta in coppa UEFA (1995, persa col Parma). Poi abbiamo vinto la Supercoppa UEFA (1997), la Coppa Intercontinentale (1997) e la Coppa Intertoto (2000).
Tu la vedi tutta questa differenza a favore dell'Inter in campo internazionale? Io no.
"...una come tutte le altre. Una contro la quale si può anche fischiare un rigore all'ultimo secondo...". Proprio quest'anno no! Al Real lo hanno fischiato, ma a noi all'andata invece no (fallo su Quadraro).

Quale sarebbe dunque tutta la differenza di rendimento tra Italia ed Europa? Coll'Inter no di certo. L'Inter ha vitro tre Champions, ma due le ha vinte non dico quando non c'erano i cellulari, non dico quando non c'era la televisione a colori, ma quando non c'erano nemmeno le macchine diesel!
Forse la differenza è col Milan, che ha vinto sette Champions? Beh, intanto vale sempre la considerazione che se arrivi per sette volte in finale e poi perdi, vuol dire che hai battuto per sette volte diverse squadre forti (e non la più forte).
E poi, troppo facile vincere la finale giocando contro Steaua Bucarest, Benfica e due volte Liverpool (e una persa clamorosamente!). Ben diverso è trovarsi due volte il Real e poi Barcellona, Ajax, Borussia. Oppure venire eliminati dal Bayern, anche grazie a grossi errori arbitrali.

Ma non ci sono le sette finali perse.
Eh si, anche noi abbiamo i nostri record in Europa. Per esempio, siamo stati la prima squadra a vincere tutte e tre le principali manifestazioni (UEFA 1977, Coppa delle Coppe 1984, Champoions 1985). Oggi tali squadre sono 4: oltre alla Juve ci sono Ajax, Bayern e Chelsea.
Ma la juve è l'unica squadra ad aver vinto tutte le competizioni UEFA passate e presenti. A quelle citate si aggiungono Coppa Intercontinentale, Supercoppa UEFA e Coppa Intertoto. Al Real manca la Coppa delle Coppe, al Barcellona e al Milan manca la Coppa UEFA (e al Barca anche la Coppa Intercontinentale9, all'Inter manca la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA.
Questi sono i dati, la cui memoria mi aiuta a sorridere quando sento dire o leggo che "la Juve non vince in Europa".

"Noi sappiamo perdonare". Oltre a saper perdonare, bisogna però anche perdonare! Cioè vuol dire, secondo l'ottica cristiana, dimenticare. Invece, a vent'anni di distanza, ancora viene fuori Ceccarini, Iuliano, Ronaldo...

"Solo da noi, all’Inter, si possono perdere scudetti all’ultima partita di campionato, come in una tragedia greca...". Però poi sei onesto e scrivi: "Come dite? Che anche loro qualche volta hanno buttato tutto alle ortiche all’ultima partita? Come dite? Certo che mi ricordo: Perugia – Juventus 1 a 0, anno 2000. Copia conforme del 1976.". Si, quasi. Solo a noi è successo, fuori da ogni regolamento, di giocare il secondo tempo della partita decisiva dopo 50 minuti dalla fine del primo tempo. E solo a noi è successo, l'anno dopo quando lo vinse la Roma, di veder cambiate le regole sugli extracomunitari durante il campionato, proprio prima dello scontro diretto a tre partite dalla fine, permettendo così alla Roma di usare gli extracomunitari in più che aveva in rosa. Solo per caso (un caso fortuito, per carità) proprio uno di qeusti, tal Nakata, poté entrare nel secondo tempo ed essere decisivo con un gol nel pareggio finale (la Juve fino all'80simo minuto vinceva 2 a 0).
Ti immagini le polemiche a parti invertite? Ti immagini le polemiche se la vittima di tali ingiustizie fosse stata la Juve?
Lasciamo stare, meglio così.
"E poi c’è la faccenda della serie B. A loro, che ci sono stati, vorremmo chiedere: che cosa si prova? Siamo curiosi. Essendo noi gli unici (ripeto, gli unici) che non ci sono mai andati, saremmo lieti di una risposta. Così, per accrescere il nostro bagaglio culturale. Ma non credo che ci risponderanno. Troppo impegnati a festeggiare l’ennesimo scudetto. Che noia, che barba."
Eh, si. Siete gli unici a non esserci andati, dopo esservi guadagnati la retrocessione sul campo. Anno 1922, non ricordi? Capisco. ma non c'è problema, questione di paranoia antijuventina e di memoria selettiva. Una storia che non ci riguarda, non c'era Moggi, non c'era la cupola, non c'era Agnelli, ma c'era Emilio Colombo (allora direttore della Gazzetta dello Sport, sicuramente imparziale) a dirimere la questione e a far fare all'Inter (arrivata ultima nel sul girone e destinata alla retrocessione) un paio di spareggi per qualificarsi di nuovo per la serie A. Due spareggi davvero comici, uno contro una squadra fallita che nemmeno scese in campo, l'altro contro una squadra in procinto di fusione (con la Fiorentina) e che faticò a trovare undici giocatori per fare la partita. I dettagli di questa pittoresca storia italiana li puoi leggere qui. Mettiamola così. Nel 1922 per due mesi, tra la fine del campionato e l'ultimo degli spareggi, l'Inter non è stata in serie A.
Cosa si prova a giocare in serie B? Certo che ti rispondo. Quando sai che hai vinto sul campo uno scudetto poi assegnato ad una squadra arrivata 15 punti dietro, quando hai pure appena vinto un campionato del mondo o comunque hai giocato la finale (perché oltre agli juventini campioni del mondo, a giocare la finale c'erano anche Trezeguet, Thuram e Viera), a quel punto la serie B diventa come una gita. Negli occhi e nella mente ti rimane la Coppa del Mondo alzata da quegli stessi giocatori. Che infatti sono rimasti tutti, tranne quelli venduti per la necessità di fare cassa per pagare gli stipendi. E vedere l'Inter che vinceva quegli scudetti anche grazie a quei giocatori che la Juve gli aveva venduto (Zambrotta, Viera e Ibraimovic, ti ricordi?) mi ha dato pure un intimo e sottile senso di soddisfazione, quella intima soddisfazione di chi capisce come sono andate le cose, al di la delle sentenze e delle intercettazioni dell'azienda del vice presidente dell'Inter.

E poi noi il campionato di serie B lo abbiamo vinto, voi no!

Diciamo la verità, perché si diventa interisti? Come hai detto tu "Qui il mistero è fitto, ma è un mistero bellissimo. Quei colori ti entrano nel sangue e non puoi farci niente. La ragione dice tutt'altro, ma al cuore non si comanda". Noi invece siamo razionali, prevediamo di vincere e poi vinciamo. Ma non lo prevediamo solo noi. “La Juventus è più avanti anni luce, vincerà dieci scudetti di fila” (Sergio Berti, storico agente di calciatori, estate 2012). E lo diceva uno che considerava l'azienda Juve nel suo complesso, incluse cioè quelle risorse di cui si parla poco o nulla sui giornali, risorse come serietà, impegno, dedizione totale, esperienza.

Quindi rilassati pure e goditi la tua pazza Inter. Noi vinceremo dieci scudetti di fila, almeno. Voi continuerete a parlare di Iuliano, Ronaldo, Ceccherini, Moggi, Turone: è una questione culturale alla fine, la stessa questione culturale per cui si danno alle stampe (e presumo si vendano) libri come "Dimmi chi era Recoba". Si, siete proprio folli e questo è un vertice di follia.
Continuate pure a parlare e a sparlare. Noi continueremo a mietere scudetti. E magari inizieremo a vincere pure qualche Champions. Lo prevediamo e lo faremo. Dopo sette secondi posti, sai che gusto!

Non c'è nessuna noia qui in cielo. Soprattutto da quando il cielo è bianco e nero. Ogni volta è una storia diversa. E attendiamo la prossima.


PS.
Hai mai provato a fare l'elenco dei giocatori che la Juve ha preso in questi anni a parametro zero?
Pogba, Barzagli, Khedira, Dani Alves, Llorente, Coman, Pirlo, Luca Toni e il prossimo arrivo Emre Can.
Così magari ti viene una intuizione su come far quadrare i conti e costruire una squadra in grado di vincere.
Poi magari fai un paragone con i bidoni presi dall'Inter nell'era Moratti. Magari aiuta a capire.