Per comprendere meglio i contenuti di questo blog, si consiglia caldamente di leggere le pagine "Le origini di questo blog" e "La missione di questo blog" affinché le considerazioni (critiche) che vengono svolte nei post siano collocate nella giusta ottica e all'interno di una cornice di riferimento adeguata.

domenica 20 novembre 2016

Scisma in arrivo

Lo scisma già presente di fatto nella Chiesa sta pian piano prendendo una forma chiara e visibile, ora che la lettera di 4 cardinali è venuta alla luce.
Ma riepiloghiamo i fatti. Il contenzioso è l'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia e il suo controverso capitolo 8. Riguardo questo capitolo, in particolare i paragrafi 300-305 sono stati oggetto di divergenti interpretazioni. Alcuni, presumendo di difendere il Papa da chi lo attacca, dicono che le preoccupazioni sono infondate, perché non è cambiato nulla. Ma così contraddicono il Papa stesso, che ha lasciato intendere che invece qualcosa è cambiato e ha affermato che per la giusta interpretazione bisogna sentire il cardinale Schonborn, il quale afferma esplicitamente che ora è cambiato tutto.
La confusione è un dato oggettivo, perché tra diocesi e diocesi i comportamenti e gli insegnamenti sono molto diversi, per non dire opposti. E proprio per questo, per fronteggiare e dirimere la confusione che sta prendendo tanti fedeli, sacerdoti e vescovi, il 19 settembre i cardinali hanno inviato privatamente una richiesta formale di chiarimento con una formula che la Chiesa già conosce storicamente, chiamata Dubia. Con questa formula i cardinali Brandmuller, Burke, Caffarra e Meissner chiedono un chiarimento rispetto a 5 domande formulate in termini chiari in modo che, secondo consuetudini ecclesiali, si possa rispondere semplicemente si o no.
Dicono i cardinali nella premessa alle domande:
Abbiamo constatato un grave smarrimento di molti fedeli e una grande confusione, in merito a questioni assai importanti per la vita della Chiesa. Abbiamo notato che anche all’interno del collegio episcopale si danno interpretazioni contrastanti del capitolo ottavo di "Amoris laetitia".
La grande Tradizione della Chiesa ci insegna che la via d’uscita da situazioni come questa è il ricorso al Santo Padre, chiedendo alla Sede Apostolica di risolvere quei dubbi che sono la causa di smarrimento e confusione.
Il nostro è dunque un atto di giustizia e di carità. 
E questi sono i dubia, cioè, in linguaggio ecclesiale, le domande:
1.    Si chiede se, a seguito di quanto affermato in "Amoris laetitia" nn. 300-305, sia divenuto ora possibile concedere l’assoluzione nel sacramento della Penitenza e quindi ammettere alla Santa Eucaristia una persona che, essendo legata da vincolo matrimoniale valido, convive "more uxorio" con un’altra, senza che siano adempiute le condizioni previste da "Familiaris consortio" n. 84 e poi ribadite da "Reconciliatio et paenitentia" n. 34 e da "Sacramentum caritatis" n. 29. L’espressione "in certi casi" della nota 351 (n. 305) dell’esortazione "Amoris laetitia" può essere applicata a divorziati in nuova unione, che continuano a vivere "more uxorio"?

2.    Continua ad essere valido, dopo l’esortazione postsinodale "Amoris laetitia" (cfr. n. 304), l’insegnamento dell’enciclica di San Giovanni Paolo II "Veritatis splendor" n. 79, fondato sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione della Chiesa, circa l’esistenza di norme morali assolute, valide senza eccezioni, che proibiscono atti intrinsecamente cattivi?

3.    Dopo "Amoris laetitia" n. 301 è ancora possibile affermare che una persona che vive abitualmente in contraddizione con un comandamento della legge di Dio, come ad esempio quello che proibisce l’adulterio (cfr. Mt 19, 3-9), si trova in situazione oggettiva di peccato grave abituale (cfr. Pontificio consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione del 24 giugno 2000)?

4.    Dopo le affermazioni di "Amoris laetitia" n. 302 sulle "circostanze attenuanti la responsabilità morale", si deve ritenere ancora valido l’insegnamento dell’enciclica di San Giovanni Paolo II "Veritatis splendor" n. 81, fondato sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione della Chiesa, secondo cui: "le circostanze o le intenzioni non potranno mai trasformare un atto intrinsecamente disonesto per il suo oggetto in un atto soggettivamente onesto o difendibile come scelta"?

5.    Dopo "Amoris laetitia" n. 303 si deve ritenere ancora valido l’insegnamento dell’enciclica di San Giovanni Paolo II "Veritatis splendor" n. 56, fondato sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione della Chiesa, che esclude un’interpretazione creativa del ruolo della coscienza e afferma che la coscienza non è mai autorizzata a legittimare eccezioni alle norme morali assolute che proibiscono azioni intrinsecamente cattive per il loro oggetto?
Io mi sono già soffermato su qualche punto critico della AL (qui e qui), in particolare sulla nota 329 in questo post. Ho rilevato che in quella nota, in modo del tutto sorprendente, il concetto di fedeltà viene riferito ad una situazione che per la Chiesa è immorale (quella dei divorziati risposati). Inoltre ho notato che la citazione della fedeltà è tratta dalla Gaudium et Spes, ma in quel contesto è riferita correttamente alle coppie coniugate (sia la parola che il ragionamento). Infine ho notato che il ragionamento in nota è una semplice descrizione del ragionamento di ignoti ("molti" in nota) senza alcun giudizio morale. Però appare evidente che tale ragionamento, nella sua nebulosità, viene proposto come se fosse approvano.
Proprio questa nebulosità descrittiva ha generato una quantità di ragionamenti diversi e di applicazioni concrete, anzi opposte, nelle diverse diocesi. E il popolo cristiano sta entrando in confusione. Il problema grave è che non vengono dati gli strumenti per poter giudicare, quindi le discussioni si accendono e si prepara uno scisma di fatto.
Non si fa molta fatica a capire cosa potrà succedere ora. I cardinali hanno deciso di rendere pubblica la lettera poiché il Papa, come fatto in diverse altre occasioni e contestazioni, non ha risposto. E se dovesse continuare a non rispondere, succederà che a farlo saranno gli stessi cardinali.
Ma questa situazione sembra proprio quella descritta dalla beata Caterina Emmerick, veggente vissuta dal 1774 al 1824.
"La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine. Vedo altri martiri, non ora ma in futuro... Vidi le sette segrete minare spietatamente la grande Chiesa. Vicino ad esse vidi una bestia orribile che saliva dal mare... In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione. Ebbi la sensazione che sarebbero diventate martiri un giorno”. “Vidi anche il rapporto tra i due papi... Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità... Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo"
"Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Cosi doveva essere la nuova Chiesa... Ma Dio aveva altri progetti"
"Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola... Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto... C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda...”. “Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando. Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine scendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa"
Occorre pregare, per il clero e per la Chiesa tutta, che non si smarrisca e conservi la vera fede.

domenica 30 ottobre 2016

Terremoto, le macerie cristiane d'Europa


C'è una immagine simbolo del terremoto del 30 ottobre, la scossa che ha distrutto la basilica di Norcia. Una immagine che rappresenta molto bene la situazione del cristianesimo in Europa.
Rappresenta l'Europa proprio perché San Benedetto è il patrono d'Europa.
Questa è un'immagine che mi ha colpito moltissimo perché mi pare rappresenti proprio la situazione spirituale del cristianesimo in Europa: solo la facciata è rimasta, il resto sono macerie.

Lo scorso post avevo affrontato il tema dei disastri naturali come strumento divino di avvertimento. Non solo l'Antico Testamento è ricco di episodi celebri e meno celebri nei quali la natura viene usata per avvisare o per punire l'uomo (Sodoma e Gomorra, il Diluvio Universale, il passaggio del Mar Rosso dove periscono gli egiziani). Anche nel Nuovo Testamento Gesù rinnova questa logica divina nel giudicare quelle che per l'uomo sembrano disgrazie.
Questo accade sia per il cieco nato, dove Gesù spiega che non ha peccato né lui né i suoi genitori, ma è cieco dalla nascita perché si manifestasse la gloria di Dio. Ma accade, con un significato opposto, al capitolo 13 del vangelo di Luca, quando commentando la morte di 18 uomini per il crollo di una torre: "Credete che quelli fossero più peccatori di voi? No, vi dico, ma se non vi convertirete perirete tutti nello stesso modo".

Questa volta la scossa l'ho sentita. L'ho sentita bene, un movimento che mi ha dato la netta sensazione della precarietà, della instabilità di tutto, quindi della precarietà della vita.
Mai mi è stato più evidente, come esperienza sensibile, che dipendiamo in tutto. Questa vertiginosa esperienza di dipendenza totale è proprio quella che manca all'uomo moderno, all'uomo che vive in quest'epoca moderna che ha la caratteristica di considerare Dio irrilevante.
Ora però, davanti ad un evento come il terremoto, la domanda riemerge potente: che senso ha tutto questo? Qual'è il senso di tutto questo? Che poi corrisponde alla solita domanda: che senso ha la mia vita?
Allora si capisce che, per evitare che l'uomo si perda vivendo una vita senza senso, pure il terremoto può essere una benedizione. E un ammonimento: perché se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo.

giovedì 27 ottobre 2016

Nuovo terremoto, la Madonna l'aveva detto

Ebbene sì, anche in questo caso la "presunta veggente" (perché in queste cose occorre sempre la massima prudenza) Maria de Luz aveva ricevuto un presunto messaggio, che annunciava la catastrofe che ieri si è verificata.
Occorre dire che le catastrofi previste sono così tante che chi voglia trovare argomenti contrari, ne troverà in abbondanza. Ma come sempre in queste cose non solo nulla è obbligatorio, perché tutto quanto è necessario l'abbiamo dai Vangeli e dal Magistero della Chiesa; ma in questi casi in fondo è sempre questione di un pregiudizio, che col tempo si può affinare in un senso o nell'altro.
Quello che invece non è opzionale, perché è un tema contenuto nei Vangeli, è il nostro dovere a comprendere i segni dei tempi. Questo compito è accennato nel capitolo 12 del vangelo di Luca:
"Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?" (Lc 12,54-56)
Ma è tutto il capitolo 12 che tratta il tema delle diverse condizioni del mondo e della radicalità della vita cristiana, che richiede spesso di assumere comportamenti concreti contrari a quelli del mondo. E il capitolo inizia con Gesù che cerca di far capire ai suoi quale radicalità di pensiero viene richiesta:
"A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri." (Lc 12,4-7)
A questa radicalità di pensiero deve ovviamente corrispondere una radicalità di vita: "Cinque passeri non valgono due soldi?... eppure nemmeno uno di essi è dimenticato...". Se questo è il giudizio, di cosa ci dobbiamo preoccupare? Dio non sa forse tutto? Dio non sa cosa ci angoscia? Dio non sa di cosa abbiamo bisogno?
Ecco di cosa invece ci dobbiamo preoccupare:
"Inoltre vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato." (Lc 12,9-10)
E se queste devono essere le nostre preoccupazioni, dovendo giudicare il tempo presente direi che siamo messi piuttosto male. E proprio questo vangelo sembra scritto per i nostri tempi: infatti qui Gesù racconta la parabola del ricco che, sempre più ricco, si prepara a non lavorare più e godere delle sue ricchezze:
"Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio" (Lc 12,19-21)
 E Gesù continua ad insistere con i suoi discepoli sulla radicalità di pensiero e di vita:
"Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. 23La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito... Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto?" (Lc 12,22-26)
 Ma questo comportamento avrà anche un suo premio, cioè vi sarà un momento in cui dovrà essere applicata la giustizia divina. Oggi, con questo sentimentalismo dilagante, per cui facilmente tutti abusano del termine "misericordia", la questione del giudizio di Dio è ancora più grave e urgente.
Così arriviamo al brano citato all'inizio:
"Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre...
Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?" ( Lc 12, 49-57)
 E l'inizio del capitolo 13 è ancora più esplicito sul tipo di giudizio:
"In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.  O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?  No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». (Lc 13, 1-5)
Qui Gesù associa la giustizia divina a due fatti completamente umani: il primo è un episodio di giustizia umana, che appare senza alcuna misericordia; il secondo invece è un disastro naturale, un incidente. Quelli che il pensiero dominante di ieri e di oggi classificherebbe come "fatalità" o "casualità", da Gesù invece sono direttamente connessi con lo svolgersi della giustizia divina, proprio in ossequio ai principi prima enunciati: "...persino tutti i capelli del vostro capo sono contati...".
E se i capelli del nostro capo sono contati, può essere solo una fatalità un terremoto?
No ovviamente, il vangelo è esplicito, E pure la Madonna lo è stata, nei suoi presunti messaggi a Maria de Luz.
"Pregate, pregate per l’Italia, il suo lamento sorgerà ovunque, perfino la terra esalerà dolore. In questa terra vengono commesse grandi aberrazioni. Sarà duramente scossa, i vulcani si faranno sentire. Il terrorismo vuole distruggere le immagini e le reliquie della Mia Amata Croce, PER QUESTO VI ORDINO CHE SIANO PROTETTE." (30 giugno 2016)
"Pregate, figli Miei, pregate per l’Italia, i vulcani entreranno in azione, il suolo tremerà ed il suo Popolo patirà il terrore." (15 agosto 2016)
24 agosto: terremoto ad Amatrice 
"Pregate per l’Italia, patirà nuovamente." (15 settembre 2016)
"La natura si avventerà contro l’Italia. Sarà duramente attaccata da quelli che non Mi amano, si lanceranno contro il Vaticano." (18 settembre 2016)
"Figli Miei, pregate, pregate per l’Italia, sarà scossa; il terrore prende forza." (11 ottobre 2016)
"Pregate figli, pregate per l’Italia, sarà flagellata senza bisogno che vi penetrino gli stranieri. Il ruggito della terra uscirà con grande potenza dai suoi vulcani. Pregate, l’Etna ed il Vesuvio causeranno dolore." (18 ottobre 2016)
Il motivo di tutto questo? Come dice il vangelo, perché ce lo stiamo meritando, perché siamo cattivi. E per ammonirci, perché "se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo".
Se invece ci convertiremo, avremo l'ennesima prova che "Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia". (Salmo 145, 8)

mercoledì 26 ottobre 2016

Dopo il 25 settembre, padri e figli

Alcune interessanti riflessioni sono comparse questi giorni sui social, relativamente alla necessità di alcuni di avere un punto di riferimento, di ritrovare una paternità che sia sostegno nelle vicende della vita e nel proprio cammino spirituale.
Voglio aggiungere qui anche io alcune riflessioni sul tema, poiché il tema della paternità (o della cancellazione della paternità) è il cuore dei problemi della modernità.
Da un punto di vista cristiano, tutti noi siamo figli. Persino Gesù ha chiesto di non chiamare nessuno padre, "poiché uno solo è il Padre vostro, che è nei cieli" (Mt 23,9).
Ma allora don Giussani ci è stato padre oppure no? Perché per tanti di noi è così evidente che per noi lui è stato padre? Perché non chiamarlo padre, secondo le parole di Gesù? Perché sentiamo tanto la necessità di un Padre? E perché in quest'epoca moderna, a detta di tanti, le nuove generazioni si sono smarrite proprio per aver tentato di cancellare la figura del padre?
Partiamo da due punti certi: il primo è che di Padre ce n'è uno solo; il secondo è che siamo tutti figli, ma solo con la compagnia di alcune persone, grazie al carisma di alcune persone, ci "sentiamo" veramente noi stessi, veramente compiuti, quindi veramente figli. Questa è l'esperienza di figliolanza che ci porta ad esclamare "lui mi è padre!".
Questo, secondo me, è lo stesso preciso fenomeno che ci racconta san Paolo quando dice che alcuni dicono "io sono di Cefa" e altri "io sono di Paolo". Qualcosa di vero c'è, perché è vero che inesorabilmente e storicamente quello che Gesù ha iniziato è arrivato a noi tramite Cefa, tramite Paolo, tramite il Gius. Ma pure Cristo era Figlio. E proprio per l'unità con lui, la comunione con lui ci permette di essere realmente "eredi di Dio, coeredi di Cristo", cioè veramente figli.
Quindi l'esser figli è inscritto nella nostra natura, fa parte di quel "senso religioso" che accomuna tutti gli uomini. E quando incontriamo uomini che ci fanno sentire pienamente noi stessi, cioè pienamente figli, siamo portati istintivamente a chiamarli "padre!".
Ora tra noi esistono quelli che, non solo per età, si trovano in momenti diversi di questo percorso (che dura tutta la vita) nel quale prendiamo coscienza del nostro essere. E questa coscienza del nostro essere ci porta perfino a dire "ho sessant'anni, è un po' tardi per cercarmi una paternità". In realtà non si può smettere di desiderare una paternità, semplicemente si smette di cercarla qui in terra.

Ma vi sono pure persone che hanno semplicemente un compito diverso. E penso in particolare a quando san Paolo racconta:
"Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone." (Tm 4,16-17)
 Io mi immagino che quelli dai quali Paolo si attendeva una difesa o una testimonianza gli avranno detto "non esporti, ti prego, ci crei casini...", ma Paolo non poteva tacere e non ha taciuto. E quelli avranno pensato a difendere qualcosa che non era solo il proprio interesse, ma era anche per una difesa della causa cristiana.

Non ci troviamo anche noi tutti i giorni in queste condizioni? Non ci troviamo anche, tanti di noi, a difendere qualcosa che è nostro, ma che noi riteniamo sia giusto difendere soprattutto per la causa cristiana?
Per comprendere cosa voglio dire, basta leggersi il racconto che Costanza Miriano fa di una parrocchia a Staggia Senese, nel suo blog. Suscitate dall'energia di un sacerdote che la stessa Costanza definisce "un prete che fa il prete", diverse donne, mogli, hanno fatto la scelta radicale, hanno mollato il lavoro e si sono dedicate alla loro famiglia e alla famiglia parrocchiale, Scrive Costanza di una di loro:
"Raccontava che è rinata da quando ha fatto questo salto nel vuoto, perché di salto si tratta. Rinunci a uno stipendio fisso e sicuro. Devi fare delle scelte diverse. Devi fidarti. Devi rinunciare a tenere tutto sotto controllo.
Parlando con loro e analizzando tutte le voci di spesa, mi era sempre più chiaro che io considero necessario e imprescindibile ciò che forse non lo è. Se i soldi si dimezzano si adotta tutto un altro stile di vita..."
Ecco, molti di noi ancora non hanno fatto questo "salto nel vuoto" (che poi non è vuoto!) e quindi si barcamenano, (come Costanza) tra i mille impegni e le mille cose da fare e tenere in piedi. E non che non sia utile. Occorre sempre qualcuno che faccia così, che sia così. Come quel membro del sinedrio, che però era discepolo di Gesù, di nome Nicodemo. Certamente nel sinedrio non si era esposto; e di sicuro teneva una certa segretezza, se è vero, come dice san Giovanni, che andava a trovare Gesù di notte. Però è sempre lui che, con Giuseppe d'Arimatea, si occupa della sepoltura.
Insomma, alla causa cristiana è vero che sono necessari i santi e i martiri; ma sono pure necessari i testimoni. Perché Gesù è venuto affinché il mondo creda. E il mondo si converte per tre testimoni:
"Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi." (1Gv 5,7)
Quindi non solo il sangue dei martiri, ma anche lo Spirito (di Verità) e l'acqua (della purezza, come testimonianza della propria condotta di vita).

Allora mi viene da dire che, dopo il 25 settembre, il compito che ci possiamo dare è quello di costruire un luogo umano dove non solo ciascuno liberamente porta i propri doni, ma caritativamente ci si accoglie e ci si accetta nelle condizioni in cui siamo, favorendo la crescita della fede di ciascuno, senza stare a giudicare perché non siamo nella condizione di giudicare.
La capacità di accogliere chiunque è stato da sempre il nostro marchio distintivo, quello di noi ciellini. Anche se non possiamo più fermarci solo a quello, e lo dico da persona non più giovanissima. Anche a me solo questo non basta più.
Ma da questo occorre ripartire.

Ora se siamo qui, se c'è stato un 25 settembre, occorre ripartire pure guardando in faccia cosa è successo (in questi anni a noi e a CL). Occorre quindi tentare di riprendere una sorta di discorso interrotto, di esperienza temporaneamente sospesa. e la vogliamo riprendere non solo per noi stessi, ma soprattutto per una ragione missionaria e per le generazioni future. In fondo, chi c'era a Bologna ha visto anche un significativo numero di giovani. E uno di essi è pure intervenuto alla fine, dicendo solo una cosa brevissima ma lancinante: "Noi abbiamo bisogno di vivere!".
Ecco, il luogo umano che vogliamo costruire dev'essere un luogo che favorisca la missione, cioè favorisca la tradizione, cioè favorisca la memoria.

Nel 1993 CL diffondeva un volantino nel quale riportava un brano del sociologo MacIntyre, tratto dal libro "Dopo la virtù", del 1980. Quella frase, chissà perché, mi è rimasta impressa in maniera indelebile, non l'ho più dimenticata, anche se nel movimento non è stata più ripresa. Ma quell'anno, nel 93, cioè in piena Tangentopoli, quel brano scritto una dozzina di anni prima appariva davvero profetico. Ecco il brano:
"Ciò che conta, in questa fase, è la costruzione di forme locali di  comunità al  cui  interno  la  civiltà  e  la  vita  morale  e intellettuale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che già incombono su di noi. E se la tradizione delle virtù è stata in grado di sopravvivere agli orrori dell’ultima età oscura,  non  siamo  del  tutto  privi  di  fondamenti  per  la speranza. Questa volta, però, i barbari non aspettano al di là delle frontiere [il riferimento è al tempo della caduta dell'impero romano; nota mia]: ci hanno governato per parecchio tempo. Ed è la nostra inconsapevolezza di questo fatto a costituire parte delle nostre difficoltà. Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro San Benedetto, senza dubbio molto diverso"
Un brano impressionante, se si pensa che è stato scritto nel 1980, cioè nove anni prima del crollo del muro di Berlino. Questo brano l'ho ritrovato circa una dozzina di anni dopo, quando iniziavo ad occuparmi di economia. Sono andato a comprarmi il libro e siccome era una nuova edizione, c'era anche una nuova prefazione dell'autore. Ecco il testo conclusivo di quella prefazione:
"Quando scrissi quella frase conclusiva nel 1980, era mia intenzione suggerire che anche la nostra epoca è un tempo di attesa di nuove e inattese possibilità di rinnovamento. Allo stesso tempo, è un periodo di resistenza prudente e coraggiosa, giusta e temperante nella misura del possibile, nei confronti dell'ordine sociale, economico e politico dominante nella modernità avanzata. Questa era la situazione di ventisei anni fa, e tale ancora oggi rimane."
Ecco, questo mi pare che sia il nostro compito oggi.

Io conosco un solo testo del Gius che riporta il primo brano di MacIntyre, anche se solo in nota; è il famoso (per noi) "L'idea di Fraternità" che potete trovare qui.
In quel testo, che dovremmo davvero imparare a memoria, a me pare di sentire la voce del Gius che parla a tutti noi oggi, proprio oggi, in particolare in un passaggio che riporto qui:
"Ma è da un mese, da circa un mese, che è come scoppiata una stella cometa sulla capanna di Gesù Bambino; da quando venne una donna, che è magistrato, a dirmi che lei e alcune sue amiche (e magari, chissà, anche i loro mariti) volevano fare un gruppo...
Per voi sarà una stupidaggine, ma io sono rimasto colpitissimo dalla cosa, perché questo era ritornare al massimalismo iniziale, era il segno che era cresciuto di molto il livello sia pur sotterraneo del desiderio del bene tra di noi, era il segno che il movimento aveva fatto crescere un seme, aveva fatto crescere delle coscienze. Mi è venuta l’evidenza: se questo andamento si moltiplicasse, si incrementasse!
Questo è un vero revival, nel senso stretto della parola. Sicuramente c’è qualche altro caso, ci sono altri casi. Dunque, dobbiamo pregare Iddio e impegnarci innanzitutto a incrementare questa realtà, che non possiamo incrementare se non facendone parte: non predicando, ma facendone parte. La differenza con l’inizio della Fraternità è che non è più possibile l’ambiguità: o c’è o non c’è, uno non si può illudere di farla, quando non la fa. Allora ci si poteva illudere."

Davvero non ho niente altro da aggiungere.
Per ora ;)

giovedì 29 settembre 2016

Un avvenimento a Bologna

Non è facile sintetizzare in poche parole il contenuto dell'assemblea svoltasi presso il santuario della Madonna di San Luca a Bologna, a cui ho partecipato anche io in una sala gremitissima. Un incontro che doveva terminare alle 16 e 30, secondo il programma, ma che a causa degli interventi è durata fin quasi alle 18.
Forse il modo più semplice è quello di riportare il messaggio di alcuni amici, diffuso dopo in paio di giorni. Eccolo qui sotto.

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"Il mio modo di presentare il cristianesimo
cerca il senso e le ragioni di quel che dice.
E non si accontenta di accettar niente,
se non ne ha capito il senso
e non ne ha ricercate le ragioni”.
Luigi Giussani
(Dal temperamento un metodo, BUR 2002)

Possiamo  dirlo  con  franchezza:  la  giornata  al  Santuario  della  Madonna  di  San Luca a Bologna, lo scorso 25 settembre, è stata un avvenimento!
Un avvenimento, non per ciò che ne seguirà, perché questo rimane nelle mani di Dio,  ma  per  l’eccezionalità  di  quello  che  abbiamo  ascoltato  e  vissuto,  per  la corrispondenza che ha mostrato avere alla nostra sete di felicità e verità.
I tanti messaggi e mail di chi è tornato lieto a casa lo dimostrano senza equivoci. Eppure,  quanta  malevolenza  aveva  sollevato  la  sua  semplice  convocazione! Anatemi verso i  firmatari della lettera, accuse, ostilità… sebbene pochissimi dei critici avessero veramente letto la nostra lettera di invito.
Ma  cosa è  accaduto  di  eccezionale  a  Bologna?  Abbiamo  toccato  con  mano  che quello che abbiamo di più caro, Gesù, anche in questo tempo cupo che viviamo, è una  presenza  viva  e  misteriosamente presente,  capace  di  con-muovere, illuminare la vita e sollecitare la libertà di ciascuno. Viene a mente il racconto dell’Anticristo di Solovev...
“L’imperatore si rivolse ai cristiani dicendo: ‘Strani uomini... ditemi voi stessi o cristiani, abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi, che cosa avete di  più  caro  nel  cristianesimo?’.  Allora  si  alzò  in  piedi  lo  Staretz Giovanni e rispose con dolcezza: ‘Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro  nel  cristianesimo  è  Cristo  stesso!  Lui  stesso  e  tutto  ciò  che  viene  da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza
della Divinità!’” (V. Solovev, Il dialogo dell’Anticristo).
È stato inevitabile constatare – con dolore – quel sentirsi abbandonati, anzitutto da chi avrebbe un compito di guida; abbiamo toccato con mano, ancora una volta, l’attuale  situazione  del  Movimento,  con una  conduzione  che  ha  abbandonato il metodo di don Giussani, che dimentica o  rinnega la storia e cerca supporto nel potere mondano, abbracciandone la mentalità. E poi il dramma di una vita che si spegne perfino con la scomparsa di intere comunità.
Ma a Bologna abbiamo sperimentato, anche e soprattutto, una Presenza che non ci abbandona e che ha utilizzato la libertà e semplicità di alcuni per raggiungerci e chiamarci ancora uno per uno eppure insieme!
Adesso questa comune vocazione, questo riconoscerci compagni di strada, urge in noi  la  coscienza  di  una  appartenenza reciproca. Ed  è  illuminante  rileggere  i primissimi albori del Movimento come li descrive Giussani:
“Iniziando  il movimento,  il primo giocato ero  io. Per cui, quando affrontai  i primi tre ragazzi in strada dopo la prima ora di scuola, dopo il primo giorno di  insegnamento  al  liceo  Berchet,  andai  a  casa  tutto  preoccupato  di  me stesso:  con  quale  responsabilità,  con  quale  autocoscienza,  con  quale implicazione  di  me  dovevo  rispondere  e  corrispondere  a  quello  che incominciavo  ad  intuire  parlando  loro!  Capivo  che  non  potevo  rivederli  il giorno  dopo  senza  prendere  posizione  di  fronte  a  questa  dilatazione  della questione:  io  appartenevo  a  quei  tre  ragazzi;  appartenevo  non  a  loro,  ma all'unità con essi.”
Ciò che ci tiene insieme, che fa – per Grazia - unità fra noi, è Colui che insieme ci ha chiamati: “Quello che abbiamo di più caro è Cristo stesso e tutto ciò che viene da Lui”.
È  la  sua presenza, mendicata  nella  preghiera  e  nella memoria  e  che  prosegue dentro i volti di una storia sempre nuova, la cui strada non è decisa da noi, ma è nel disegno misterioso di un Altro.
Quella  che  mendichiamo  è  la  Presenza  di  Cristo  che  dice a ogni  uomo  e  a ciascuno di noi: “Donna, uomo, ragazzo, ragazza non piangere perché Io sono con voi, presente e vivo!”
Di  questa  Presenza,  che  giudica  la  realtà,  tutta la realtà, anche  quella  del Movimento, come del mondo intero, siamo chiamati a dare testimonianza, a tutti, ovunque ci capita di vivere.
Anche  se  l’originalità  di  una  presenza  e  di  un  giudizio  inevitabilmente  creano divisione: “Pour se poser, il s’oppose”. Ovunque e senza timore: la libertà in azione è scomoda e divide, ma anche stupisce e affascina.
Nella  lotta  della  vita  vogliamo aiutarci  a  non  smarrire  lo  scopo  e  a  farci compagnia  a  tutti,  con  semplicità  e  autenticità,  senza  censurare  nulla  e  senza sentire nessuno come estraneo.
La testimonianza reciproca è la forma più efficace della carità.
Lele Tiscar
Antonio Socci
Marco Paglialunga
Giampaolo Cerri

sabato 10 settembre 2016

CL, un nuovo inizio?

Dopo aver letto il post sul blog di Antonio Socci, il primo pensiero è stato "era ora!". Il secondo è stato "prima o poi doveva accadere".
Troppe infatti sono le incongruenze rilevate (da Socci, da Assuntina Morresi sul blog StranoCristiano, sul sito Cultura Cattolica di don Gabriele Mangiarotti e da tanti altri, compreso il sottoscritto) tra il carisma di CL vissuto da tanti "anziani" e le posizioni del Movimento (e di alcune principali opere, come il Meeting di Rimini) in questi anni.
Le perplessità non sono dettate da comportamenti non coerenti, perché la coerenza è un miracolo. Le perplessità invece vengono dalla difesa argomentata di certe posizioni incoerenti. E le argomentazioni fornite oggettivamente hanno creato confusione.
Questa confusione, questa non chiarezza ultima io ho avuto la grazia di vederla crescere dai primi anni di questo millennio, perché ha interessato il mio gruppetto di fraternità. La cosa non mi ha scandalizzato perché non ho mai pensato di trovare un gruppetto di perfetti e ho sempre pensato che quello che stavo vivendo era un cammino. Però poi nel tempo non solo nel mio gruppetto non ho mai visto sorgere almeno un dispiacere per non avere questa "perfezione" (un dolore che mi sembra necessario, perché Gesù ha comandato "siate perfetti come perfetto è il Padre vostro nei cieli"), ma l'ho vista presente in altri gruppi e in altre situazioni comunitarie (mi riferisco soprattutto alla comunità di Roma). E poi l'ho vista sempre più in atteggiamenti e comunicazioni dei vertici di CL.
Insomma, la "mutazione genetica di CL" (Copyright Morresi ;) ) era in corso sotto i miei occhi.
Cosa rimaneva da fare, se non tentare di rimanere fedeli e pregare?
E così sono passati gli anni e mi sono reso conto che rischiavo l'assopimento di quella domanda di perfezione che comunque rimaneva nel mio cuore (come sono certo permane nel cuore di tutti).
Quello che ad un certo punto mi ha dato la sveglia è stato il Family Day del giugno 2015. Lo smarcamento di fatto da quella presenza in piazza è stato l'evento che mi ha fatto dire "no, questo è troppo: se non vado in piazza non sono più un ciellino, questo è il mio carisma". Il nocciolo del carisma infatti è quello di tentare di costituire una presenza che arriva a tentare di costituirsi come una presenza sociale, una presenza socialmente visibile.
Come ha commentato la Morresi, CL è nata quando don Giussani chiese ad un gruppo di studenti "ma voi chi siete?" e questi successivamente in una assemblea scolastica intervennero dicendo "noi cristiani...". Tutto il carisma, per come l'ho conosciuto io dalla metà degli anni ottanta a Roma, consiste in una educazione che aiuti la formazione di una consapevolezza che matura in una presenza vivace, una presenza operativa che arriva a manifestarsi ANCHE come una presenza socialmente identificabile. Ovviamente non SOLO, ma ANCHE.
Invece oggi prevale la cancellazione dell'ANCHE, la limitazione di una presenza socialmente identificabile. Come ha notato don Gabriele Mangiarotti, è in atto una separazione tra testimonianza e militanza; e tale separazione, rileggendo i testi del Movimento, appare abusiva e del tutto estranea al nostro carisma.
Ma come è potuto accadere? Come siamo arrivati a questo punto?
La domanda non è puramente accademica, perché se si tenta un nuovo inizio è bene sapere cosa si è sbagliato, per non ripetere lo stesso errore.
Nella mia esperienza, l'errore commesso con il mio gruppetto di fraternità è stato quello di aver tralasciato l'impegno con un'opera concreta. Questa dimenticanza non è un accessorio trascurabile, ma un elemento fondamentale, perché don Giussani ha fissato quattro punti tramite i quali rimanere fedeli al carisma:

  1. un momento di preghiera comunitario;
  2. la fedeltà al fondo comune;
  3. un criterio di obbedienza ultima alla Diaconia Centrale;
  4. l'impegno in un'opera, qualunque essa sia.

Proprio questo rilevavo nei miei interventi nel mio gruppetto: eravamo in difetto con uno dei quattro punti del carisma, eravamo in difetto col carisma.
La cosa grave è che se manca l'impegno con un'opera allora manca l'adesione al Movimento come esperienza vissuta (l'adesione diventa nel tempo una adesione intellettuale) e come ricorda don Giussani si cade nell'intimismo.
Cosa fare allora? Io qui porto il contributo della mia esperienza. Già a quel tempo mi scandalizzava il fatto che nel nostro gruppetto si desse spazio a mille documenti ma non ci fosse un riferimento costante al libro fondamentale della fraternità "L'opera del movimento. La fraternità di Comunione e Liberazione" (San Paolo, 2002). Io da allora e in tutti questi anni ho sempre riletto quel libro, costantemente. E in quel libro ho trovato gli strumenti di giudizio adeguati per giudicare gli ultimi avvenimenti. Io penso sinceramente che da quel testo occorra ripartire. Così come i gruppi di Scuola di Comunità ripetono e continuamente approfondiscono, anno dopo anno, i testi del PerCorso, allo stesso modo ogni gruppo che si richiami al carisma di don Giussani deve partire dal testo sulla Fraternità. Senza escludere poi tutto il resto.

domenica 4 settembre 2016

CL al meeting, il cambio di pelle è ufficiale

Occorre ammettere che il post di Assuntina Morresi su Strano Cristiano è una analisi ragionata e lucida. E dico che "occorre ammetterlo" non perché sia un problema riconoscere la lucida analisi di Assuntina Morresi, ma perché il quadro di CL che ne viene fuori non mi fa certo piacere. Anzi, è proprio un dolore.
Come acutamente nota la Morresi, a proposito della statua della Madonna nascosta sotto un telo
"...dieci anni fa sarebbe successo piuttosto il contrario: in un evento pubblico di cattolici si chiede di non ostentare immagini sacre, e per tutta risposta alcuni di CL si presentano con statue di santi e madonne negli zaini"
Questo episodio è solo la punta dell'iceberg di un cambiamento che ormai tutti presuppongono chiaramente, in tutti i discorsi. A questo si aggiunge pure l'intervista a Carron, dove quasi ad ogni risposta viene in mente un versetto del Vangelo che dice il contrario.
Per esempio.
Carron: "L’unica modalità di rapporto con la verità è la libertà..."
"Se osserverete i miei comandamenti, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi" (Gv 8,32).
Carron: "Abbiamo riportato al primo posto la pertinenza della fede alle esigenze della vita. Preferisco la testimonianza alla militanza".
"Non sono venuto a portare la pace, ma la spada" (Mt 10,34).
Carron: "Spogliarsi del potere non vuol dire perdere identità".
"A quanti lo accolsero diede il potere di divenire Figli di Dio" (Gv 1,12).
Se si perde il potere, l'essere Figli di Dio diviene un puro nome, un'etichetta.

Ma torniamo al "cambiamento di pelle" di CL. Come nota il giornalista Dario Di Vico, nello spostare l'accento dall'io al tu "C’è il rischio di lasciare per strada anche un pezzo di identità". E l'articolo si intitola "Comunione e liberazione. Il meeting e i segnali della svolta". Con sottotitolo: "Questa edizione sancisce il cambiamento pilotato da don Julián Carrón. Zero ostentazione e meno enfasi sull'identità".
Allora, secondo Carron "spogliarsi del potere non vuol dire perdere identità". Ma un giornalista percepisce "una minore enfasi sull'identità". Allora diciamo almeno che non siamo noi gli unici a percepire un cambiamento di identità.
Un cambiamento comunque che è presupposto dalle domande e dalle risposte di Carron.
"Però così è stata smantellata una straordinaria macchina politica qual era la Cl degli anni d’oro.
«Il nostro obiettivo è contribuire al bene comune; non voglio perdere il valore della passione politica, ma ho ricordato che avevamo come motivazione qualcosa di più affascinante del raccogliere le briciole del potere».
In questo modo però vi siete disarmati?
«Sì. Abbiamo riportato al primo posto la pertinenza della fede alle esigenze della vita. Preferisco la testimonianza alla militanza...»"
E come notato acutamente dalla Morresi, questo cambiamento presuppone pure un giudizio sul passato (recente e meno recente) del movimento. Un giudizio ovviamente negativo su quel passato, che diventa difficile collocare sia sul piano degli eventi che su quello dei tempi.

Ma vediamo un esempio storico della "CL armata", opposta sicuramente a quella disarmata di Carron. Leggo dal libro "Comunione e Liberazione, il riconoscimento", Massimo Camisasca, pagina 221.
Il 5 maggio 1979 ha luogo un convegno organizzato da tale Comitato [il Comitato di Collegamento dei Cattolici]. Introdotti da Mangialardi e Sassoli dr Bianchi, intervengono anche Giussani, Buttiglione e Boscagli. La ricercata unità politica, per don Giussani, non è altro che l'esprimersi di una unità più profonda, ontologica, che la precede e la fonda: "Il soggetto cristiano, che ha come origine, consistenza e fine il rapporto con Cristo, vive nella comunione ecclesiale. Voi tutti che siete stati battezzati, vi siete rivestiti di Cristo. non esiste, dunque né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, ma voi tutti siete uno in cristo Gesù. A questa unità spetta l'eredità promessa; in questa unità e solo in essa il soggetto cristiano è se stesso". Perciò, aggiunge, "la passione per l'unità, riconosciuta come valore essenziale e vissuta come qualificazione fondamentale, definisce, a nostro avviso, l'animo cristiano".
Con questo richiamo al fondamento i ciellini venivano rilanciati nel mare della vita politica e sociale.
Quindi una volta Giussani interveniva e rilanciava l'impegno nella politica, mentre oggi Carron disarma. Prima di ogni interpretazione, occorre stabilire i fatti e i fatti sono questi: CL sta cambiando e oggi fa il contrario di quanto Giussani indicava e CL faceva.
Ora che abbiamo CL Ogm (copyright Stranocristiano), alla fine la Morresi si chiede: "Vedremo cosa ne sarà di CL. Sicuramente quel nome non indica più il movimento che abbiamo conosciuto fino a qualche anno fa".
Abbiamo una grande fortuna: il passato è passato, nessuno può tornare indietro e modificarlo. Quella esperienza di fede nata col carisma di don Giussani si è ormai diffusa e consolidata e tanti, vedendo cosa è diventata oggi CL, soffrono per questo. soffrono ma non abbandonano. E da questa sofferenza nascerà sicuramente... quello che lo Spirito vorrà.

mercoledì 31 agosto 2016

Terremoto, punizione divina?

Sui social media vige una insolita censure nei confronti di chi, di fronte alle tragedie provocate dal recente terremoto del 23 Agosto in Centro Italia, osi affermare che questa sia una giusta punizione divina nei confronti di una umanità depravata. L'ipotesi è vivacemente contrastata soprattutto da persone che si dicono cristiane praticanti.
In questa epoca in cui la Misericordia di Dio gode di un battage pubblicitario imponente, persino presso la stampa e i media laicissimi, tanti cristiani sembrano aver assorbito la convinzione che il Giudizio di Dio e la punizione divina siano orpelli del passato che ormai possono stare solo in soffitta.
Sembrano aver dimenticato che il Vecchio Testamento è pieno di esempi in cui Dio punisce il suo popolo eletto. Infatti la loro risposta spessissimo è che ora non c'è più il dio punitivo del Vecchio Testamento e ora viviamo nel tempo della misericordia divina. Ma sembrano aver dimenticato pure gli Atti degli Apostoli, e precisamente l'episodio di Anania e Saffira (At 5,1-11), rimproverati da San Pietro per aver mentito, rimasero fulminati sul posto.
Sembrano inoltre aver dimenticato che "Dio punisce quelli che ama" (Eb 12, 5-11). E che un giorno arriverà il Giorno del Giudizio e che per i dannati vi sarà la punizione eterna.
Ma soprattutto sembrano del tutto ostili ad una visione della natura come partecipe delle sorti dell'umanità, ostili all'idea che "la creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio... geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto..." (Rm 8, 19-22).
E quale sarebbe la spiegazione alternativa? Qual'è la spiegazione più diffusa? Quella che si tratta solo di un fenomeno naturale e che Dio non c'entra nulla?
Ma è possibile accettare una spiegazione del genere per un cristiano, dopo che Gesù ha detto che "persino i capelli del vostro capo sono contati" proprio per affermare l'onniscienza e la somma cura di Dio nei nostri confronti? Come si può concepire che accada un disastro naturale di tali proporzioni e che Dio non c'entri nulla?
Al contrario, tutta l'economia della salvezza è accompagnata dai fenomeni naturali. E non mi riferisco solo al celebre episodio di Sodoma e Gomorra, ma anche al Diluvio Universale, alle dieci piaghe d'Egitto, al passaggio del Mar Rosso, alla manna dal cielo per quaranta anni, alla cometa che annunciava la nascita del Signore, al terremoto e alle tre ore di tenebre quando è morto.
Ed ora, col moltiplicarsi degli orrori e delle persecuzioni anticristiane nel mondo (e con la fattiva collaborazione dell'occidente che arma i terroristi) e col moltiplicarsi dei disastri naturali, Dio non c'entra niente? Dio si è distratto? Come è possibile pensare che l'uomo si stia macchiando delle peggiori atrocità e perversioni e che i terremoti e gli altri disastri naturali accadano per caso?
Ma quello che mi sconvolge di più è che spesso tali giudizi vengono corroborati da frasi del tipo "non è possibile, perché Dio non farebbe morire tanti innocenti". Mi colpisce una simile visione della vita, per cui sembra sottinteso che il premio è vivere e la morte è una punizione ingiusta.
Al contrario, nella visione cristiana, la morte è la giusta conseguenza del nostro peccato originale ma è pure il passaggio necessario alla vita eterna (un passaggio spesso ardentemente desiderato dai santi, che evidentemente hanno una sensibilità molto diversa dal comune sentire moderno) dove quelli che sono stati considerati degli "innocenti" in questo mondo (ma il giudizio finale è di Dio) andranno verso l'eterna beatitudine.
Pure i recenti messaggi mariani sono tutti orientati in tal senso: sempre maggiori disastri naturali stanno avvenendo e avverranno a causa dei peccati dell'umanità.
Non si vuole dare retta a messaggi non riconosciuti dalla Chiesa?
D'accordo. Ma le apparizioni di Fatima sono riconosciute. E il terzo segreto di Fatima mi pare che basti. Senza contare che, prima del terzo segreto, a Fatima la Vergine profetizzò gli orrori del comunismo e la seconda guerra mondiale, come conseguenza dei peccati dell'uomo.
In un mondo che vive alla rovescia, pure il comune sentire dei cristiani si è rovesciato.
Grazie a Dio, la Madonna ci sta richiamando.



giovedì 25 agosto 2016

Terremoto, la Madonna lo aveva predetto

Tra i tanti messaggi mariani di questi tempi, rileviamo la previsione del terremoto in Italia in un messagggio del 15 agosto, quindi appena dieci giorni fa. Ecco il passaggio cruciale:

"Pregate, figli Miei, pregate per la Germania, il terrorismo sarà un grande flagello per questa Nazione, che sarà costantemente scossa dal terrorismo. 

La Natura farà tremare con forza le viscere di questa Nazione.

Pregate, figli Miei, pregate per la Svizzera, le lacrime dei Miei figli saranno incontenibili, le perdite saranno innumerevoli. 

Pregate, figli Miei, pregate per l’Italia, i vulcani entreranno in azione, il suolo tremerà ed il suo Popolo patirà il terrore.

Pregate, figli Miei, pregate per la Francia e per la Spagna. 


Questi Popoli patiranno inesorabilmente a causa di atti deplorevoli che saranno commessi contro di loro. Questi popoli patiranno il dolore."

Ma il messaggio non si ferma qui, non parla solo di questo. Purtroppo, quello che passa immediatamente è solo la previsione difficilissima di un evento eccezionale. Invece quello è solo il mezzo che il Cielo offre per confermare la propria attendibilità. Il cuore del messaggio invece è tutto il resto.Quella è la parte che dobbiamo considerare con attenzione, mentre la previsione del terremoto è solo un accessorio utile per chi ancora avesse dei dubbi sull'attendibilità della fonte.
E cosa dice il resto del messaggio? Lo ripropongo qui per intero, senza ulteriori commenti.
I messaggi sono anche visibili sulla app per Android "Messaggi Mariani", scaricabile gratuitamente dal Play Store di Google.

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MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA
ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA 
15 AGOSTO 2016

Amati figli del Mio Cuore Immacolato:

IN QUESTO MOMENTO VI BENEDICO IN MODO SPECIALE…

Questo è un momento in cui si sta impedendo che si compia la Volontà Divina e di conseguenza non si crede nella Parola Divina espressa nella Sacra Scrittura, che viene esplicitata in questa Mia Rivelazione.

FIGLI, LA FEDE DEI MIEI FIGLI É SCARSA, QUASI NULLA IN ALCUNI E NULLA IN ALTRI.

Per essere veri figli di Mio Figlio dovete vivere il Vangelo in spirito e verità, dovete addentrarvi nell’Amore Divino. So che comprenderete i Misteri del Regno, poiché voi, figli amati, siete umili e semplici di cuore.

La Casa Paterna non ha lasciato i Suoi figli da soli, vi ha sempre avvisato su quello che succederà se non ubbidite, ma i superbi non comprendono come il Cielo possa scegliere delle persone semplici di cuore, per esplicitare la Parola Divina al Suo Popolo.
I superbi di solito dicono: perché il Cielo non parla a me? 

Ed Io rispondo a questa domanda: perché non sei umile, oppure perché i dotti non si arrischierebbero a rivelare quanto la Casa Paterna fa giungere al proprio strumento, poiché per i dotti diventerebbe materia di studio. Confronterebbero le Verità che il Cielo sta rivelando in questo momento, con le conoscenze che hanno raggiunto grazie al loro intelletto ed in alcuni casi anteporrebbero l’esegesi umana, traboccante di interpretazioni razionali, alla VERITÁ DELLA PAROLA DIVINA.

Questo modo di fare sta ora causando una grande confusione nel Popolo di Mio Figlio.

A volte si nega la grandezza di Mio Figlio, i Miracoli che ha compiuto, la Sua vita di purezza e di Amore, si insinua il dubbio nella mente dell’uomo, DI MODO CHE DUBITI DELLA MISSIONE DI MIO FIGLIO, DEL SUO SACRIFICIO, DELLA SUA RISURREZIONE E DI CONSEGUENZA, DELLA SALVEZZA DELL’UOMO.  

Figli Miei:

Sono poche le persone erudite che mettono da parte l’intelletto umano, per buttarsi nella Grande Verità della Parola Divina…

Sono poche le persone che, per amore per la Casa Paterna, si fanno sentire quando trasmettono il Messaggio Messianico di Mio Figlio…   

Sono pochi gli strumenti che, secondo la Divina Volontà, fanno conoscere quello che Mio Figlio rivela loro.  Nel cuore dell’uomo prevale il rispetto umano, sulla trasmissione della Parola come vuole il Sacro Cuore di Mio Figlio…

AMATI FIGLI, IO VERRÓ ALLONTANATA DAI MIEI FIGLI, COSÍ COME MIO FIGLIO VIENE ALLONTANATO DAL SUO POPOLO…
VERRÓ NEGATA COME MADRE DI MIO FIGLIO, SARETE UN POPOLO ORFANO…

In questi momenti in cui la stragrande maggioranza dell’umanità sta andando contro i Comandamenti della Casa Paterna e si è unita a quelli che seguono il male, non tutti i chiamati a portare la Parola Divina al Popolo di Mio Figlio, accettano questa grande sfida, che è allo stesso tempo una grande benedizione. 

In questo momento, in una mente turbata, la ragione viene offuscata da satana che rende le persone meno umane e più del mondo e senza esitare un attimo, calpestano i loro fratelli, contestano i loro genitori, i loro fratelli e familiari.

Figli, sono in corso lotte accanite, grandi stragi di innocenti, la terra trema nel ricevere il sangue di tanti innocenti, trema quando ricadono su di essa le preghiere e le invocazioni, affinché satana regni totalmente sulla terra.

PER QUESTO, AMATI FIGLI DEL MIO CUORE IMMACOLATO, GLI STATI UNITI SONO COLPITI COSÍTANTO E LO SARANNO SU GRANDE SCALA, PERCHÉ LE AUTORITÁ DI QUESTO PAESE NON RISPETTANO IL PRIMO COMANDAMENTO DELLA LEGGE DI DIO…
TANTA OFFESA NON RESTERÁ IMPUNITA.

Mio Figlio viene continuamente ferito ed ostracizzato perché venga cacciato dalle case e dai luoghi delle istituzioni pubbliche e private; l’uomo non ne vuole sapere di Mio Figlio, ma gli interessano solo la lussuria, la decadenza morale, il disamore ed il disordine.  

Figli del Mio Cuore Immacolato, la maggioranza dell’umanità vive senza amore nel cuore e se il cuore dell’uomo ha in sé qualche barlume d’amore è considerato motivo di vergogna esprimerlo.

IN QUESTO MOMENTO, GRAN PARTE DEI MIEI FIGLI MI TRAPASSANO IL CUORE, QUANDO L’UOMO E LA DONNA VIVONO NELLA STESSA CASA IGNORANDOSI, perché l’uomo si è formato in una società dove il cuore dell’uomo si è indurito e la ragione gli impone di non esprimere i propri sentimenti, specialmente nei confronti della sua sposa.

Lo scopo è quello di deformare il senso della famiglia vera. Questo è il modo di agire di satana, il suo modo di agire è proprio questo.

Come mai non siete in grado di riconoscerlo?...

Il matrimonio è stato portato all’indifferenza allo scopo di distruggerlo per mancanza di intesa nella coppia e per la mancanza di sentimenti che mantengano la lampada accesa, di modo che né le tempeste, né i forti venti, né le insidie, riescano a distruggere l’amore sia nella coppia che nella loro famiglia.

FIGLI, MANTENETE IN PIEDI LE VOSTRE CASE. La famiglia deve sopravvivere in mezzo a tanta pazzia, l’uomo e la donna devono vivere in pace ed essere testimoni per loro stessi, per i propri figli, così come per la Chiesa di Mio Figlio e per la società.  Per questo non dovete occultare l’amore coniugale, ma dovete farlo crescere costantemente.

Quando in una famiglia ci si comporta e si agisce occultando l’amore, si dà soddisfazione al male e lo si fa crescere, poiché l’amore finisce per sparire.

È da questo che nasce il poco amore dei figli per i loro genitori, per i loro fratelli, per i loro nonni e via di seguito. 

Sto soffrendo per la carenza di espressione dell’amore nelle famiglie, carenza che poi si riflette nella società, con atti assolutamente inumani, impensabili ed irreparabili.

Amati figli del Mio Cuore Immacolato:

SULLA TERRA È IN ATTO LO SFRATTO DELL’AMORE. 

SONO POCHI QUELLI CHE CE L’HANNO E COSTORO VENGONO TENTATI COSTANTEMENTE.  
 
PER QUESTO VI INVITO A MANTENERE VIVA LA FIAMMA DELL’AMORE.

I Miei figli non sono duri di cuore e non possono permettersi di essere derisi da satana quando perdono il controllo, quando si infuriano a causa degli imprevisti della vita.  

Figli, dovete capire che ciascuno di voi rappresenta una sfida per satana. 

Il re della menzogna ha bisogno di crescere mediante i suoi tentacoli, quelli che tormentano l’uomo, per questo voi non dovete farne parte, sareste complici di satana se voleste occultare il sublime Sacramento ed il vero significato del Matrimonio, il rispetto durante il fidanzamento e l’amore tra fratelli nella famiglia.

Il nemico si serve del DISINTERESSE reciproco quale grande tentacolo contro l’Amore… 
Il nemico si serve della MENZOGNA quale altro grande tentacolo contro l’Amore…  
Il nemico si serve dell’INDIFFERENZA quale altro grande tentacolo contro l’Amore…  
 
La SLEALTÁ E L’INFEDELTÁ sono altri grandi tentacoli di satana; l’inganno merita la punizione.  Questo tentacolo di satana è uno dei grandi tranelli con il quale il male si sta impossessando e sta distruggendo le famiglie.  

Amati figli del Mio Cuore Immacolato, l’umanità sta vivendo al contrario, il peccato sovrabbonda sulla terra. 

Questa è o non è una grande ribellione contro Mio Figlio?...  

Amati figli:

L’ESTINZIONE DELL’AMORE DARÁ OGNI POTERE AL MALE. 

LE FAMIGLIE SENZA AMORE SONO FAMIGLIE IN AGONIA, ESPOSTE AGLI ATTACCHI DEL MALE.

NON DIMENTICATEVI CHE MIO FIGLIO INVIERÁ TRA DI VOI IL SUO ANGELO DI PACE, CHE RICONOSCERÁ L’AMORE NELLE PERSONE.

Figli Miei, AMATE MIO FIGLIO e Mio figlio vi mostrerà la Via la Verità e la Vita. 

INVOCATEMI ed Io vi aiuterò ad amare, come Mio Figlio ama ciascuno di voi.

Pregate, figli Miei, pregate per la Germania, il terrorismo sarà un grande flagello per questa Nazione, che sarà costantemente scossa dal terrorismo. 

La Natura farà tremare con forza le viscere di questa Nazione.

Pregate, figli Miei, pregate per la Svizzera, le lacrime dei Miei figli saranno incontenibili, le perdite saranno innumerevoli. 

Pregate, figli Miei, pregate per l’Italia, i vulcani entreranno in azione, il suolo tremerà ed il suo Popolo patirà il terrore.

Pregate, figli Miei, pregate per la Francia e per la Spagna. 

Questi Popoli patiranno inesorabilmente a causa di atti deplorevoli che saranno commessi contro di loro. Questi popoli patiranno il dolore.

Amati figli del Mio Cuore Immacolato, l’umanità si è data al male ed il male non ha compassione dell’uomo.

STATE IN ALLERTA, una grande pandemia che è frutto della scienza mal impiegata e proviene da una grande potenza, sta per comparire tra l’umanità. 

L’uomo che possiede intelligenza, la impiega nelle grandi imprese tecnologiche, continuando a competere per portare questa intelligenza umana al limite e quindi riuscire ad ottenere esseri umani disumanizzati, che hanno bisogno della violenza.

Amati figli del Mio Cuore Immacolato:

VI TROVATE SUL BORDO DELL’ABISSO: le potenze stanno patteggiando alleanze, in segreto.  La guerra sta procedendo lentamente, ma sta avanzando senza sosta, voi preparatevi. 

La Terza Guerra Mondiale arriverà, dopo grandi lotte, le potenze impiegheranno l’energia nucleare. 

Soffro moltissimo per questo motivo; Mio Figlio ama ciascuno di voi e non vuole che soffriate, ma l’ignoranza dell’uomo, vedrà il proprio errore solo quando ormai lo avrà commesso.

Figli, seguite con attenzione i trattati di pace che si stanno firmando. Saranno infranti senza che quelli che li hanno firmati abbiano nessuna ingerenza in questo.

Figli, credete agli astronomi, ma non credete agli Appelli del Cielo… 
Un asteroide si sta avvicinando alla Terra, apparirà all’improvviso.

I vulcani stanno per entrare in una nuova fase eruttiva.

Non continuate a vivere come quelli che non amano Mio Figlio.

Voi prestate attenzione ai segnali di questo momento e non trascurate i Segni dei Tempi.

Pioverà fuoco dal Cielo, la terra sarà nuovamente purificata.

VI INVITO A CONOSCERE DA VICINO IL VERO AMORE 
DI MIO FIGLIO.  
VI INVITO AD INVOCARE LO SPIRITO SANTO AFFINCHÉ VI AIUTI COSTANTEMENTE.
VI INVITO A CHIAMARMI MADRE.

Non turbatevi come quelli che dubitano e credono negli uomini e non nella Protezione del Cielo.  

Non entrate in contese, mantenete l’Unità dei Miei figli.   

AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI, L’AMORE É LA PIÚ FORTE BARRIERA CONTRO SATANA. IN QUESTO MOMENTO DOVRESTE SCOPRIRE IL GRANDE POTERE CHE PIEGA IL MALE E CON IL QUALE I MIEI FIGLI DEVONO COMBATTERE: L’AMORE, NATO IN MIO FIGLIO E VISSUTO APPIENO SECONDO I COMANDAMENTI DIVINI.
L’UNITÁ È L’OSTACOLO CONTRO IL MALE… 

CHI HA ORECCHI PER INTENTERE, INTENDA. (S. Mt. 11,15)

Sono con voi, Io sono Vostra Madre. 

La Mia Pace sia con voi. Vi benedico con il Cuore.

Mamma Maria.

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO

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martedì 7 giugno 2016

PdF, è nato il partito dei cattolici

Finalmente è nato in ambito elettorale.
Il 5 giugno alle elezioni amministrative di molti importanti comuni italiani, gli elettori hanno avuto la possibilità di mettere il proprio segno sul simbolo del PdF, un partito che, unico nel panorama della politica italiana, ha come programma la Dottrina Sociale della Chiesa. Il partito dei cattolici.
E la nascita è stata condita da un gran bel risultato.
Non perché politicamente da oggi contiamo qualcosa (ebbene si, ho dato a loro il mio voto). Ovviamente contiamo zero, come conta zero ogni partito alla sua nascita (tranne episodi eccezionali, in cui un partito nasce avendo già una solida struttura e una montagna di soldi da spendere, come la DC nel dopoguerra o Forza Italia nel 1994).
Prendiamo ad esempio il M5S, che ha Roma è arrivato al 35% e si appresta a vincere il ballottaggio contro il candidato PD Giachetti. La prima volta che si è presentato alle elezioni comunali a Roma è stato nel 2009 e ha raccolto il 2,6%. Ma il Movimento 5 Stelle è nato nel luglio 2005 e nel dicembre 2008 Beppe Grillo comunica la decisione di presentare proprie liste per le amministrative dell'anno seguente. Quindi ben 4 anni passati a creare un movimento d'opinione e ben sei mesi per prepararsi alle elezioni. Con nemmeno due mesi di preparazione e una capacità di investimento finanziario pari a nulla, il risultato dello 0,6% è un gran bel risultato, che non potrà che migliorare.
E come ha fatto il M5S in sette anni a passare dal 2,6% al 35% a Roma? Qual'è stato il fattore decisivo? A mio modesto parere il fattore decisivo è stato ed è il fatto che il M5S aveva ragione nel descrivere la realtà politica e sociale, affermando che i partiti si occupavano della gestione del potere e non del bene del popolo. E questa dev'essere la conoscenza su cui fondare la certezza dei prossimi successi elettorali: la convinzione che la Dottrina Sociale della Chiesa descrive nel modo più razionale e ordinato i principi da osservare per il bene comune, per il bene di ogni cittadino, per il bene di ogni persona.
Il risultato del 0,6% è un gran bel risultato anche per un altro motivo. Qui non voglio criticare nessuno, ma solo esporre un dato di fatto. La nascita del PdF è stata in qualche modo vissuta come un trauma all'interno dei tanti simpatizzanti del Family Day. E questo trauma ha portato oggettivamente a divisioni, discussioni, commenti anche aspri diffusi sui social network. Era inevitabile che questo si riperquotesse all'interno delle urne. Non era pensabile che l'intera popolazione convenuta al Circo Massimo nel gennaio scorso poi andasse a votare compatta per il PdF.
C'è pure da rilevare, a futura memoria, il fiato corto di certi commenti riguardo il presente ed il futuro del PdF. Come i commenti di Assuntina Morresi sul suo blog Stranocristiano.
La Morresi fa "solo qualche osservazione" al presunto "fallimento" del PdF, "...qualche osservazione per capire quel che è successo, e perché si eviti di continuare a farsi del male, non guardando in faccia la realtà". E il male sarebbe una dispersione dei voti cattolici, una dispersione che è già in atto ben prima che nascesse il PdF. Una dispersione solo dannosa e che non ha portato alcun frutto.
Così commenta la Morresi.
"Nella sua pagina fb, il PdF comunica che i sindaci da loro indicati hanno preso oltre cinquantamila voti. Anche ipotizzando che tutti questi voti coincidano con quelli del PdF (che in diverse città sostenevano sindaci insieme ad altre forze), si tratta di un numero di voti corrispondente a un piccolo angolo delle due piazze del Family Day: piazze che evidentemente non si sono sentite rappresentate da un partito che invece si proponeva come loro voce."
Bene, guardiamo in faccia alla realtà. Anzitutto il Circo Massimo, al di là dei numeri gonfiati ogni volta da chi organizza manifestazioni, può contenere al massimo 250mila persone (vedi qui la stima).
Ma a gennaio c'erano in piazza famiglie da tutta Italia. Invece alle elezioni amministrative hanno potuto votare solo 8 milioni di elettori sui 44 milioni di elettori italiani, circa il 18% del totale. Insomma molti partecipanti al Family Day non hanno potuto votare semplicemente perché non c'erano le elezioni nel loro comune.
Se rapportiamo questa percentuale ai 250mila, otteniamo 45mila. Ha ragione la Morresi a dire che non tutti i 50mila voti presi vengono da famiglie del Family Day. Non tutti, ma quasi tutti. Questa è la realtà raccontata dai numeri e tanto desiderata dalla Morresi; il resto sono chiacchiere.
E cosa  aveva proposto la Morresi? Di votare Marchini, che ha subito una batosta memorabile. Però ora viene a pontificare sul non disperdere i voti.
Ma vorrei uscire dalle polemiche sullo zerovirgola. Come ribadito nel mio ultimo post, il nostro obiettivo è il mondo. Quindi abbiamo preso meno di 50mila voti su sette miliardi di persone (quattro miliardi di elettori?). C'è ancora tanto lavoro da fare. Rimbocchiamoci le maniche e scaldiamo i rosari.