Per comprendere meglio i contenuti di questo blog, si consiglia caldamente di leggere le pagine "Le origini di questo blog" e "La missione di questo blog" affinché le considerazioni (critiche) che vengono svolte nei post siano collocate nella giusta ottica e all'interno di una cornice di riferimento adeguata.

martedì 16 gennaio 2018

Una Presenza sempre più evidente


Il dato è chiaro. Non c'è Gesù, non c'è alcuna adorazione, ci sono solo volti smarriti e una luce artificiale.
Nella "scuola di comunità" (le virgolette sono d'obbligo, visto che per tanti è solo una trasmissione via satellite e non una partecipazione personale ad un incontro, dove poter interloquire...) del 20 dicembre 2017, il cui testo è pubblicato sul sito di CL, il tema del volantone di Natale è ripreso nell'ultimo intervento.
L'intervenuto ha manifestato il suo "malessere" perché di fronte al volantone
"...ho sentito anche miei amici riprendere questa obiezione quasi in modo incattivito, dicendo:«In effetti, è il Volantone di Natale e non c’è Gesù»".
Come al solito, anche in un mondo di sonnambuli non tutti dormono: è come se avessero degli incubi.
E poi ha proseguito dicendo:
"Durante un dialogo su questo tema, sono sobbalzato sulla sedia e ho detto: «Ma come non c’è Gesù?! Ragazzi, guardatelo! Se in quel Volantone non c’è Gesù, Gesù non c’è neanche nella tua famiglia, nel tuo lavoro, nel tuo gruppo di Fraternità, non c’è neanche qui stasera tra di noi. Se in quel Volantone non c’è Gesù, Gesù non c’è da nessuna parte!».
Qui ha letteralmente ragione. Se questo è il manifesto dei cristiani, allora Gesù non c'è. E questo manifesto è il manifesto dell'ateismo (dei cristiani di fatto diventati atei), o forse di quell'agnosticismo che presuppone e conduce all'ateismo. Lo presuppone perché presuppone che sia comprensibile e reale solo ciò che si vede, ciò che è sotto il dominio dei cinque sensi: ciò ch enon si tocca, che non è misurabile, non c'è (ateismo materialista). E vi conduce, perché non si vede e quindi non c'è (Gesù).

Ora, siccome, la Sua Presenza non dipende da un volantone eventualmente sbagliato, l'unica cosa che rimane da capire è a cosa ci educa un simile volantone.

Anche qui l'intervento è illuminante:
"Mi sembra che se noi abbiamo bisogno necessariamente che ci sia, per esempio, un quadro di Giotto per dire che nel Volantone c’è Gesù, allora vuol dire che Gesù in realtà non è qualcosa che accade nella nostra vita, nelle cose materiali della nostra vita, non è un compagno tangibile in ogni singolo minuto della nostra giornata, ma è una cosa sacrissima, ma lontanissima da noi."
Chi sceglie una certa immagine per il volantone, di fatto esprime una preferenza. Anche lui sa bene che la Sua Presenza non è data da un volantone azzeccato. E chi critica una certa immagine, anche lui sa bene che la Sua Presenza non dipende da un volantone sbagliato. Quello che si critica è proprio questa preferenza rispetto ad un'altra, per esempio un quadro di Giotto.
In altre parole, non c'è alcuna "necessità" del volantone. Può essere uno strumento utile, ma il mondo e il cristianesimo sono andati avanti per un paio di millenni senza volantoni.
Quindi accusare chi critica di avere "bisogno necessariamente che ci sia, per esempio, un quadro di Giotto" è un modo per fare un processo alle (eventuali) intenzioni e un ragionamento che tenta di scavalcare la questione della scelta fatta e la butta sulla introspezione psicologica di chi ha un pensiero. Anzi, qualcuno a questo punto dovrebbe spiegare perché ha "bisogno necessariamente di togliere Gesù" per ricordarci che Gesù c'è.

E come sempre accade in questi casi, ciò di cui si accusa è ciò di cui si è vittima: "...allora vuol dire che Gesù in realtà non è qualcosa che accade nella nostra vita, nelle cose materiali della nostra vita, non è un compagno tangibile in ogni singolo minuto della nostra giornata, ma è una cosa sacrissima, ma lontanissima da noi".
Questo è il livello educativo vero del volantone: quello potrebbe essere benissimo il manifesto di una qualsiasi ONG, di un gruppo (che so) buddista, di una associazione per i diritti umani, di un gruppo di adoratori di ceneri di un passato che non c'è più. E l'educazione sottilmente proposta è quella o dell'autoconvincimento delirante ("Gesù c'è, lo so che c'è, anche se non si vede") o della deviazione sentimentale ("Gesù non si vede, però c'è perché lo sento").

Verrebbe da dire con una battuta che Gesù non sa di tutti questi ragionamenti astrusi e rimane vicinissimo a noi.
Invece no, non è così: Gesù lo sa, soffre nel vedere questa umanità smarrita e ogni giorno risale in croce. E quello che diffonde il cristianesimo nel mondo è la commozione generata dalla Sua Presenza reale, qui ed ora, mentre io scrivo.
E mentre tu leggi.
La commozione di una Presenza evidente: sempre più evidente. Soprattutto in mezzo alla tempesta.