Per comprendere meglio i contenuti di questo blog, si consiglia caldamente di leggere le pagine "Le origini di questo blog" e "La missione di questo blog" affinché le considerazioni (critiche) che vengono svolte nei post siano collocate nella giusta ottica e all'interno di una cornice di riferimento adeguata.

domenica 3 marzo 2024

UN GRAVE ERRORE

Ho inviato questa email al vaticanista Marco Tosatti, affinché venisse pubblicata come post, in risposta a questo post

https://www.marcotosatti.com/2024/03/02/domande-di-un-monaco-eremita-a-mons-gaenswein-e-alle-memores-di-benedetto/

e per correggere un diffuso errore sulla validità della Santa Messa.

Gentile dott. Tosatti,

in merito al post intitolato "Domande di un monaco eremita..." visibile a questo link [https://www.marcotosatti.com/2024/03/02/domande-di-un-monaco-eremita-a-mons-gaenswein-e-alle-memores-di-benedetto/] le chiedo la cortesia di pubblicare il seguente testo ugualmente come post, come mio contributo per correggere un errore che si sta diffondendo sempre più.

L'errore consiste nel ritenere valida o no la Santa Messa a seconda della corretta citazione del Santo Padre nella preghiera eucaristica che si recita durante la Santa Messa.

PREMESSA: UNA QUESTIONE DI METODO
Nel giudicare tutti gli elementi sulla "magna quaestio" io ho dato grande valore alle singole parole e alle virgole dei documenti ufficiali della Chiesa; a me sembra logico così e questo mi sembra il metodo cattolico, anzi evangelico, dove si afferma che "tutti i capelli del vostro capo sono contati".
Mi sembra che sia il metodo che anche i sostenitori della nullità del conclave 2013 hanno usato, quindi credo sia logico e coerente usare lo stesso metodo anche nella presente analisi.


LA SANTA MESSA VALIDA: IN UNIONE CON PIETRO
Quindi per tale questione ho tenuto conto della lettera, prima di ogni interpretazione, del testo citato anche da don Minutella, la Ecclesia De Eucharestia, n. 39: 
Parimenti, poiché « il Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli », la comunione con lui è un'esigenza intrinseca della celebrazione del Sacrificio eucaristico. Di qui la grande verità espressa in vari modi dalla Liturgia: « Ogni celebrazione dell'Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche con il Papa, con l'Ordine episcopale, con tutto il clero e con l'intero popolo. Ogni valida celebrazione dell'Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l'intera Chiesa, oppure oggettivamente la richiama, come nel caso delle Chiese cristiane separate da Roma »
Quindi, stando alle precise parole, ogni valida celebrazione esprime (oppure richiama) la comunione con Pietro, non con l'attuale Papa regnante!
La "citazione" del Papa regnante serve quindi a "esprimere" questa comunione con Pietro, poiché il primo "quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli". Tale principio serve alla "grande verità espressa in vari modi dalla Liturgia", cioè "ogni valida celebrazione dell'Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l'intera Chiesa".
Solo se il criterio per la valida celebrazione è la comunione con Pietro allora diventa comprensibile la validità delle celebrazioni delle "Chiese cristiane separate da Roma". 
Se al contrario per la validità della celebrazione fosse necessario nominare il Papa "giusto", allora la celebrazione delle Chiese cristiane separate da Roma non potrebbe essere considerata valida.
Inoltre, paradossalmente, dal momento in cui un Papa passa a miglior vita e fino alla elezione regolare del successore, cioè quando si ha la sede vacante nessuna Santa Messa potrebbe essere validamente celebrata!


UNA CUM: IL CANONE ROMANO
Legare poi la questione della "comunione con Pietro" citando il Sommo Pontefice come viene richiamato nella Preghiera Eucaristica del Canone Romano, mi sembra davvero "artificioso":
Ecco il testo in lingua italiana del cosiddetto Canone Romano (la questione non cambia con gli altri testi utilizzabili), come viene recitato nelle parrocchie ogni domenica: 
Padre clementissimo,
noi ti supplichiamo e ti chiediamo
per Gesù Cristo, tuo Figlio e
nostro Signore, di accettare e benedire
questi doni, queste
offerte, questo sacrificio puro e santo.
Noi te l'offriamo anzitutto
per la tua Chiesa santa e cattolica,
perché tu le dia pace e la protegga,
la raduni e la governi su
tutta la terra, 
[una cum famulo tuo...]
in unione con il tuo servo il nostro papa ..., 
il nostro vescovo ...
e con tutti quelli che custodiscono
la fede cattolica, trasmessa
dagli apostoli.
Prima considerazione: questa è la preghiera sui doni che la Chiesa presenta a Dio Padre.
Li offriamo "per la tua Chiesa... perché tu le dia pace... e la governi su tutta la terra in unione con il tuo servo e nostro Papa...".
La preghiera esprime una intenzione. che evidentemente si spera si realizzi, ma non è detto che si realizzi. Poiché si chiede, non può essere definita certa oppure dogma ALMENO IN QUESTO PUNTO, ALL'INTERNO DI QUESTA PREGHIERA.
Non sono un latinista, ma mi pare che le parole "una cum" possano definire una collaborazione, ma nemmeno necessaria ("siamo servi inutili", no?), un concetto molto differente da quello di "comunione" espresso sommamente nella Eucaristia, dove la Sua carne entra nella nostra carne, per cui diventiamo un corpo solo. Pensare di realizzare e/o significare la "comunione con Pietro" grazie alla citazione "una cum" in questo contesto, mi pare davvero un discorso artificioso.
In altre parole, in questo punto si esprime una intenzione di preghiera ("Dio Padre governa la tua Chiesa... in unione con il tuo servo e nostro Papa..."), non si fa una affermazione del tipo "noi qui riuniti vogliamo celebrare in comunione con Pietro grazie alla nostra unione con il Papa..." o qualcosa di simile.
Paradossalmente, sia chi afferma la nullità del conclave 2013 sia gli "una cum" potrebbero fare lo stesso grave errore, avendo intenzione di celebrare in unione con il papa ritenuto valido, mentre "Ogni valida celebrazione dell'Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro", come afferma la Ecclesia De Eucharistia.

Come dovrebbe essere noto a tutti i cattolici, le condizioni per la validità della Santa Messa sono quattro:

  1. la materia (pane e vino);
  2. la pronuncia delle parole "questo è il mio Corpo... questo è il mio Sangue...";
  3. il ministro validamente ordinato
  4. la volontà del ministro di celebrare secondo le intenzioni della Chiesa.
Queste sono le condizioni e niente altro.

La saluto cordialmente

Ciellino Partigiano