Per comprendere meglio i contenuti di questo blog, si consiglia caldamente di leggere le pagine "Le origini di questo blog" e "La missione di questo blog" affinché le considerazioni (critiche) che vengono svolte nei post siano collocate nella giusta ottica e all'interno di una cornice di riferimento adeguata.

domenica 27 marzo 2016

Colui che è morto, è Risorto!

A Glasgow, un cittadino scozzese di origini pachistane, ha postato su Facebook un augurio di Buona Pasqua a tutti, "specialmente alla mia adorata nazione cristiana".
Due ore più tardi veniva trovato ormai morente sdraiato per strada, ferito da numerose coltellate. Un fanatico musulmano ha reagito così agli auguri del pachistano.
Con tutti gli appelli alla misericordia che girano in questo periodo, è davvero triste vedere quanti non hanno capito che solo a farsi il segno della croce oggi in occidente si rischia la vita. Ma è sempre stato così, è sempre stata in gioco la vita spirituale, solo oggi è più evidente che è in gioco anche la vita terrena. Per la prima volta nella storia è stato costruito un mondo così perfetto, che sembrava inutile e poco pratico occuparsi o preoccuparsi delle leggi morali, delle leggi di Dio. Il risultato ora lo abbiamo sotto gli occhi.
Siamo in guerra, questo blog è nato per questo motivo, per diffondere questa notizia. E per non perdere la Speranza, qualsiasi cosa accada.
Perché, riguardo il male che deve accadere, non è certo finita qui.
Però lo stesso vale anche per tutto il bene che deve accadere.
Il giorno di Pasqua ce lo ricorda potentemente.
Non finisce qui.
Neanche con la morte.
Perché c'è la vita oltre la vita (terrena).
Perché c'è la Vita oltre e dopo la morte.
Cristo è risorto. Cristo è il Risorto!
Cioè è solo il primo.

mercoledì 23 marzo 2016

Attentati di Bruxelles: la Madonna lo aveva detto!

E siamo al 23 marzo.
Una data che qualcuno attendeva con ironia e malcelata superiorità.
Ecco qui sotto la prova, reperibile a questo link.








Un commento col quale l'autore dell'articolo "La bufala di Nostradamus e la Madonna che predicono la guerra il 23 marzo 2016". D'accordo, gli autori quasi mai decidono i titoli dei loro articoli, ma se si va a leggere il contenuto dell'articolo, questo è peggio del titolo.
Lasciamo stare il paragone con Nostradamus.
Il riferimento è alle apparizioni di Anguera, spesso contenenti previsioni (e profezie) apocalittiche. E l'autore con un tentativo assai maldestro tenta di affibbiare alla Madonna una profezia che pure per Antonio Socci è solo una mera ipotesi. La coincidenza è quella di un evento catastrofico con quello di una eclissi lunare (appunto nella data del 23 marzo), ma che sia il 23 marzo è solo un'ipotesi.
La questione però è un'altra: il tentativo, davvero goffo, di screditare Anguera, i messaggi mariani, le apparizioni in genere e pure la Madonna (sempre catastrofista, secondo il Drogo) partendo da un dettaglio pure distorto. Insomma, siamo al patetico tentativo di accusare la Madonna di aver detto cose che non ha mai detto.
Ma andiamo al messaggio mariano completo del 23 marzo 2008:
"Cari figli, gli uomini seguaci del falso profeta marceranno con grande furia in direzione del tempio santo. Lì ci sarà grande distruzione. La Chiesa piangerà e si lamenterà. In questo giorno sarà visibile una eclissi lunare. Vi chiedo di non allontanarvi dalla verità. Il mio Gesù ha bisogno della vostra sincera e coraggiosa testimonianza. Mostrate ovunque a tutti che siete veramente di Cristo. Lui è la vostra speranza. In lui è la vostra salvezza e al di fuori di lui l’uomo non potrà mai essere salvo. Vivete in un mondo pieno di disamore. Tornate all’amore. L’amore guarisce e porta gioia. L’amore è più forte della morte. L’amore è più potente del peccato. Non state con le mani in mano. Il vostro tempo è breve. Ciò che dovete fare, non rimandatelo a domani. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace."
Secondo il nostro illuminato Drogo si tratta di "una profezia davvero originale", per cui il falso profeta è il Califfo Al Baghdadi e quindi il senso della profezia è che l’ISIS marcerà su Roma.
Ma un falso profeta è uno che deve essere davvero creduto come profeta: invece il Califfo non è creduto profeta nemmeno per i suoi, per i quali è solo un uomo potente che vuole eseguire la volontà di Allah.
Ma è necessario puntare sulle menzogne (non dette dalla Madonna) per nascondere invece la verità, contenuta non solo nei messaggi dati ad Anguera, ma anche in tanti altri messaggi e apparizioni. Vere e proprie profezie di cose successe e ormai passate alla storia. A partire dalle profezie di Fatima a proposito dell'inizio della seconda guerra mondiale (profezie date nel 1917) e per continuare con una lunga sequela di altre profezie: come la visione dell'attentato alle Torri Gemelle (visione del 1994, Madonna di Zaro), la presenza di due Papa (sia Caterina Emmerick che Madonna di Anguera nel 2008), gli attentati di Parigi profetizzati alla veggente Luz de Maria appena un mese prima (l'8 ottobre), ne ho parlato anche in questo blog nel post "Parigi, la Madonna lo aveva detto".
E alla stessa veggente aveva pure detto di pregare per il Belgio,
"Pregate per il Giappone, tremerà.
Pregate per gli Stati Uniti, soffriranno a causa del terrorismo.
Pregate per la Spagna ed il Belgio, soffriranno a causa dell’uomo e della Natura." (31 gennaio 2015)
E come avevo già fatto notare, occorre pregare pure per Roma:
" Pregate per Roma, figli Miei, il terrorismo è in agguato ed assesterà un colpo mortale. " (8 ottobre 2015)
Viene ora in mente quanti inviti ha ricevuto il governo Renzi a intervenire in Libia, sempre rimandati al mittente. Con un grave attentato, magari cambia idea. Perché il grave attentato lo potrà giustificare davanti all'opinione pubblica. E quindi qualche servizio segreto potrebbe collaborare a certi interessi internazionali.

Sembra un quadro fantasioso?
Anzitutto ribadisco una cosa magari banale, ma doverosa. Spero di sbagliarmi!
Detto questo però, se non si delinea un certo quadro ci sono troppe cose che non si spiegano.
Un esempio delle cose che non si spiegano viene dato dal quasi intelligente articolo di Marcello Foa sul sito del Giornale, dal titolo: "Gli errori di cui nessuno parla".
Foa chiede esplicitamente le dimissioni di qualche capoccia dei servizi segreti, incapaci di fermare gli attentatori e di intervenire tempestivamente, nonostante lo stato di allerta, nonostante i ripetuti allarmi e i numerosi e clamorosi errori, pure per gli attentati di Parigi.
Ma ci vuole tanto a fare 1+1=2? Ci vuole tanto a dire che tali fazioni sono lautamente finanziate dalla Cia? Ci vuole tanto a dire che tutti (chi più e chi meno) hanno finanziato e armato l'Isis contro Assad, senza preoccuparsi che avrebbero finanziato e armato il terrorismo in tutto il mondo? E ci vuole tanto a ipotizzare che Assad era un falso bersaglio ma il vero obiettivo era proprio finanziare il terrorismo in tutto il mondo e soprattutto in Europa?
Se non si fanno questi semplici ragionamenti, allora, come ammette lo stesso Foa, rimane incomprensibile il quadro generale:
"Che l’Isis voglia traumatizzare le popolazioni europee è evidente e l’obiettivo è stato, purtroppo, raggiunto, ma dopo? Cosa vogliono davvero?... Devono nutrire un’altra ambizione, un altro piano, ma quale? Altra domanda senza risposta. Tutti si indignano, tutti invocano nuove misure ma nessuno va oltre, nessuno si pone la più semplice delle domande: cui prodest?".

Se invece si ipotizza che potentati finanziari internazionali stanno finanziando la destabilizzazione ed il terrore, il fine diventa chiaro: instaurare la dittatura della finanza e imporre al mondo smarrito la moneta unica mondiale. E guerra a chi non la vuole, perché vuol dire che stanno dalla parte dei terroristi.
Ma speriamo che mi sbaglio!

martedì 15 marzo 2016

I 15 comandamenti di Carron

Ricevo e pubblico il seguente commento di SL.

Mi sono letto tutto d’un fiato i 15 Comandamenti di Carron (fuor di metafora, chiamo 15 comandamenti le 15 pagine di Tracce con il discorso ai responsabili di CL) e sintetizzo il suo giudizio riguardo a noi che siamo andati al Family Day: Marta, Marta, tu ti affanni per mille cose, ma una sola è quella che vale.
Carron sostiene che siamo incorsi in un errore, quello del moralismo. Moralismo significa propugnare borghesemente una morale, sbandierare valori (benchè cristiani) da imporre con forza, mostrando i muscoli all’avversario invece di essere “bellezza disarmata”. Insomma un atteggiamento che crea muri e divisioni (qualcuno ricorderà che nei Favolosi Anni ’70 la sinistra e i cattolici progressisti definivano CL nello stesso modo: crociati,  integralisti, estremisti di centro). Dunque, la nostra sarebbe stata una riduzione del cristianesimo a discorso, tanti affanni, trascurando l’unica cosa che vale: comunicare la fede attraverso una presenza originale.
Peccato che questa accusa di Carron sia un puro processo alle intenzioni, un’accusa indimostrata. Non c’è una riga all’interno dei suoi 15 Comandamenti che spieghi perché la partecipazione al Family Day avrebbe impedito il comunicarsi di una presenza originale, quando invece è stata occasione per tutti di avvicinare amici e persone per testimoniare la bellezza della famiglia.
Si può perciò ribaltare su Carron la stessa critica: che è lui il moralista, che si affanna in uno sfoggio muscolare di citazioni che sono però fini a se stesse, con il solo obiettivo di essere religiosamente e politicamente corretto, per meritarsi un nido protetto sul Corriere della Sera e su Repubblica, dove rassicura tutti che il cristianesimo è una “bellezza disarmata” e perciò questa "presenza originale" dialoga con tutti e non disturba nessuno. 
Ma carissimo Carron, perchè tanto affanno, quando una sola è la cosa che vale: essere presenza originale nell'ambiente attraverso la testimonianza (una testimonianza, spiega Francesco Botturi al convegno Rosetum di Milano, è sempre personale e pubblica), attraverso giudizi di valore e occasione di incontro pieno di chiarezza con tante nuove persone.
Chi è andato al Family Day non ha fatto il gioco dell’avversario, come pensa Carron. Purtroppo è caduto nella trappola chi si è ritirato nel silenzio. Però, il punto, alla fine, è un altro: Carron chiude la porta alla presenza sociale pubblica dei cristiani perché è obbligato dal Papa. 
A metà gennaio il Cardinal Scola aveva invitato tutti i cattolici a impegnarsi pubblicamente in politica. Con un tempismo straordinario, la settimana dopo è uscito l'articolo di Carron del 24 gennaio sul Corriere in cui accusa di integralismo i ciellini che vogliono andare al Family Day, giudicato da Carron un movimento di piazza che <si oppone spesso con lo stesso accanimento, senza riuscire a sfidare minimamente, anzi, alimentando, la posizione che combatte>. Non ci vuole molto a capire chi ha messo lo zampino nella stesura di quell'articolo: il segretario della CEI Galantino, braccio destro di Bergoglio.
La vera questione, la questione a cui è davanti tutta la Chiesa, è Papa Francesco, per il quale c'è una priorità incondizionata di questioni come povertà, emarginazione, immigrazione rispetto a temi come relativismo etico e deriva antropologica, problematiche secondarie poichè tipiche di un'Europa decadente, secondo lui. Bisogna perciò ricordare, per inquadrare le cose come stanno, le analisi di Massimo Franco sul Corriere della Sera a gennaio e Franco Cardini sul Carlino, dove si paventa il forte timore del Papa per una linea autonoma della Chiesa italiana e dei cattolici sul tema dell'immigrazione, strategico del suo pontificato. L'appello del Pontefice, rivolto alle parrocchie, di dare ospitalità ai profughi non è stato ascoltato. Naturale che il giorno del Family Day Papa Francesco abbia pareggiato i conti rifiutando ogni endorsement alla manifestazione. Il Papa è impegnato a silenziare la CEI su tutto, proprio per evitare che vi sia, un domani, una divergenza facilmente immaginabile sull'immigrazione, tra la sua linea di apertura incondizionata delle frontiere e la linea più cauta della Chiesa italiana. Se dovesse succedere una frattura così, proprio in Italia, per Papa Francesco sarebbe una sconfitta totale del suo pontificato.
Carron, davanti a tutto ciò, si adegua senza proferire parola: basta vedere la censura operata da TRACCE, neanche una parola sul Family Day e sulla crisi antropologica, ma copertine e servizi in ogni numero dedicati a spiegare (con una superficialità inimmaginabile) che l'immigrazione ha solo risvolti positivi. 
Carissimo "SL", condivido in buona parte le tue considerazioni, però ci terrei a sottolineare un punto sostanzialmente differente, un punto che ritengo centrale per la questione che ci sta a cuore. L'idea di questo blog è proprio quella di fornire un punto di riferimento rispetto alla confusione dominante. E dobbiamo fare continua attenzione alla possibile presunzione per cui siamo tentati di pensare che "noi abbiamo capito".
Il tuo intervento, così come me lo hai scritto, sembra quasi presupporre che il problema sia solo e soltanto Carron. Ma evidentemente non è così. Come da me sottolineato in altri interventi, la gran parte del movimento ha operato da almeno vent'anni uno scivolamento verso un atteggiamento di disimpegno (sociale, politico, culturale); un disimpegno che a livello di comunità e gruppetti di fraternità è consistito in un minore (o nullo) impegno in opere.
Il cuore del problema è che la mancanza di un'opera in cui la persona si impegna non è solo un di meno, una non completezza, ma nel tempo genera una incapacità di giudizio, una debolezza di giudizio, dovuta al fatto che manca sempre più quel passaggio critico che si chiama "verifica" e che nel tempo occorre sempre ripetere. Occorre sempre ripetere quel procedimento che si chiama "verifica" e occorre che la verifica sia fatta confrontandoci non con le nostre idee o con quello che abbiamo capito, ma con la realtà, cioè con la nostra esperienza maturata nella carne delle opere. Perché noi siamo poveri cristi, deboli, fragili e peccatori, bisognosi sempre di nuove conferme, visibili e sensibili.

In altre parole, non possiamo illuderci che (per pura ipotesi fantastica) se ci fosse Scola al posto di Carron le cose allora si aggiusterebbero. Non si aggiusterebbe (quasi) niente, perché è tutto il movimento ad essere sbandato, confuso e incerto, afflitto e spiritualmente ferito e dominato dalla confusione diabolica oggi dominante.
Il problema non è Carron, ma tutto il resto del movimento; così come il problema non sono certe esternazioni di Bergoglio ("Dio non è cattolico" e simili), ma tutto il resto della Chiesa confuso e smarrito già da prima.
Contro la confusione dominante, la prima opera è il lavoro su di sé, il lavoro sulla propria coscienza, il lavoro sulla propria persona. E il Family Day è stata un'occasione storica gigantesca proprio per questo tipo di lavoro, cioè per favorire la presa di coscienza che prima di tutto siamo un popolo: un popolo che di fronte a problemi o questioni gravissime è ancora capace del miracolo più grande, cioè la propria unità. E queste non sono chiacchiere, per tutti quelli che vi hanno partecipato è stata una esperienza della propria vita che oggi appartiene al passato e quindi, accada quel che accada (compreso ogni nostro tradimento futuro) nessuno può cancellare.

Solo una cosa la può cancellare. La smemoratezza, cioè la non coscienza nel presente di ciò che è già successo nel passato come aiuto decisivo a comprendere il presente. Non a caso, come corollario del Sacramento per definizione, Gesù stesso ha comandato: "Fate questo in memoria di me". E la memoria non come uno sforzo mnemonico, una capacità intellettuale umana, ma come un evento, come l'accorgersi di una presenza nel presente, una presenza che però è iniziata nel passato.
Il non aver capito che il Family Day poteva essere (ed è stato, grazie a Dio!) un evento per la memoria del fatto che siamo un popolo (un evento sicuramente da tutti noi già sperimentato: magari durante una messa, o un pellegrinaggio, o un ritiro spirituale, o un esercizio spirituale, o un incontro a San Pietro col Papa) e che ci conferma nella debole fede che siamo IL popolo di Dio, questa incomprensione è la fonte di tutte le possibili sbagliate interpretazioni.

Questa incomprensione è la stessa incomprensione di chi si lamenta che "Carron non è come Giussani". Bene, a tutti questi vorrei dare una fantastica notizia: Carron non è Giussani, quindi Carron non può essere come Giussani.
Pare una banalità, ma questa banalità non sembra averla compresa la Diaconia Centrale, che da quando è mancato Giussani non fa che rieleggere costantemente Carron a presidente, come fosse un presidente a vita, come fosse un Giussani. E così hanno pure modificato lo statuto, in modo da fare le elezioni per il presidente ogni sei anni, invece che ogni tre.

Quello che invece occorre è che ci rendiamo conto è che la responsabilità del carisma, da quando non c'è più Giussani, è in ciascuno di noi (come già insegnava Giussani). Quando c'era Giussani, c'era sempre lui (con il carisma che lui portava interamente) che poteva riprenderci (e quante volte ha ripreso i responsabili, dicendo loro che non avevano capito niente!). Ora invece non c'è più lui, non c'è più la ciambella di salvataggio: ora dobbiamo dimostrare di saper nuotare e aiutare chi è in difficoltà.

In questo modo si può continuare serenamente e proficuamente a seguire Carron, a partecipare agli incontri, alle Scuole di Comunità, agli esercizi, perché quello che dice sono cose interessanti e profonde. Con un unico limite significativo: a volte non sono adeguatamente paragonate alla realtà, al momento presente che stiamo vivendo.
Allora tocca a noi, come fatica e come responsabilità, riprendere e giudicare quanto ci viene comunicato. Anche perché lo Spirito Santo non fa mai mancare la sua presenza e la sua opera.
"Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono" (Ts 5,19-21). Ecco il nostro compito in questo momento tempestoso della storia della Chiesa.

Se non facciamo questa fatica, rischiamo anche noi di stare appresso a vuoti discorsi e a dietrologie ("...lo zampino di Galantino...") che non portano da nessuna parte.
Se invece facciamo questa fatica, nel tempo la memoria diventa storia, e contro la storia ogni ideologia svanisce come neve al sole. Per questo il vero attacco secondo me è contro la memoria, contro la famiglia come luogo della preservazione memoria. L'attacco contro la presenza dei crocifissi in luoghi pubblici è solo una puntata dell'attacco contro la memoria. E per questo tra non molto avremo l'attacco contro l'Eucarestia, cioè contro il Sacramento che per definizione è il "Sacramento della memoria" del sacrificio di Cristo.

domenica 13 marzo 2016

Nasce il Popolo della Famiglia

Devo dire che mi sono ricreduto.
Da tempo pensavo all'eventualità che dalle manifestazioni del Family Day potesse nascere una qualche rappresentazione politica. Anzi, ho anche temuto che l'evento del Family Day finisse per essere da traino per qualche entrata in politica. Ma non mi sono posto il problema di parteciparvi o no per questo motivo, perché era troppo importante e significativa la posta in gioco per porsi in quel momento queste domande. E pensando alla possibilità di un flop politico, avevo finora scartato l'idea come un cattivo pensiero.
Quando poi è uscita la notizia, sono rimasto perplesso anche se in attesa di capire meglio. E l'uscita dei primi commenti negativi (come quello di Socci) mi aveva confermato alcuni dubbi.
Ma ho partecipato al primo incontro fondativo del Popolo della Famiglia, tenuto a Roma venerdì 11 e personalmente ogni perplessità è scomparsa. Le perplessità erano quasi svanite quando il giorno prima avevo letto sul sito lacrocequotidiano.it un articolo di Gianfranco Amato nel quale confutava le dieci obiezioni più diffuse sulla nascita di questo partito e sulla entrata in politica dei suoi protagonisti. Dopo quella lettura, mi sono detto che valeva la pena andare a vedere di persona.
Sono andato e ho trovato conferma delle sane motivazioni che hanno condotto a questa iniziativa.

La prima motivazione per me convincente è qualcosa che si può definire come "il clima", l'aria che si respira vedendo le persone convenute e la familiarità dei rapporti. Qualcosa che si capisce e insieme non si può descrivere. O si può descrivere perché ciascuno di noi ha un amico, qualcuno che, se non si vede per un pò di tempo, poi si saluta con particolare affetto. Ecco, tutti lì si salutavano con particolare affetto. Questa per me è stata la prima evidenza: un luogo umano in cui le persone si trattavano con una familiarità e un'amicizia destata "dal presentimento del vero".
Questo è il vero motore di quella iniziativa che da quel giorno ha ufficialmente un'etichetta e si chiama "Popolo della Famiglia".

La seconda motivazione (del mio ricredermi) è la coscienza evidente, espressa a chiare lettere, che dalla coscienza del valore della famiglia è ormai nata la coscienza di essere un popolo. E un popolo si muove, agisce, un popolo identifica un progetto e si muove secondo una direttrice che identifica un valore. Un popolo che non solo agisce (finora nel privato delle famiglie) ma pure reagisce di fronte a degli eventi di grande calamità. E la grande calamità è stato il grande tradimento dei politici cosiddetti "cattolici" che alla fine hanno votato la Cirinnà, calpestando il Magistero della Chiesa.

La terza motivazione è la dichiarazione fin da subito del programma del partito: la Dottrina Sociale della Chiesa. In un momento in cui tutto è calpestato (e prima di tutto i valori e i nostri diritti), porre la DSC come programma di partito vuol dire iniziare a porre il fondamento per una "resistenza prudente e coraggiosa, giusta e temperante nella misura del possibile, nei confronti dell'ordine sociale, economico e politico dominante nella modernità avanzata" (MacIntyre, "Dopo la Virtù", Armando Editore, 2007, pag. 26). Di fronte a questa posizione, la problematica del risultato è una questione sfumata, perché, come hanno detto Mario Adinolfi e Gianfranco Amato, più del risultato, è fondamentale esserci, non era più possibile attendere oltre. E se non si inizia perché si ha paura del (possibile) flop elettorale, allora non si inizierà mai.

Poi potrei raccontare di molte altre motivazioni, dal racconto delle aggressioni subite (come inizio non c'è male!) alla presentazione dei candidati a sindaco delle principali città in cui si andrà a votare. Ma le ragioni profonde sono per me quelle espresse qui sopra.
Per questo da oggi aderisco moralmente, culturalmente e politicamente al Popolo della Famiglia.