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giovedì 29 settembre 2016

Un avvenimento a Bologna

Non è facile sintetizzare in poche parole il contenuto dell'assemblea svoltasi presso il santuario della Madonna di San Luca a Bologna, a cui ho partecipato anche io in una sala gremitissima. Un incontro che doveva terminare alle 16 e 30, secondo il programma, ma che a causa degli interventi è durata fin quasi alle 18.
Forse il modo più semplice è quello di riportare il messaggio di alcuni amici, diffuso dopo in paio di giorni. Eccolo qui sotto.

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"Il mio modo di presentare il cristianesimo
cerca il senso e le ragioni di quel che dice.
E non si accontenta di accettar niente,
se non ne ha capito il senso
e non ne ha ricercate le ragioni”.
Luigi Giussani
(Dal temperamento un metodo, BUR 2002)

Possiamo  dirlo  con  franchezza:  la  giornata  al  Santuario  della  Madonna  di  San Luca a Bologna, lo scorso 25 settembre, è stata un avvenimento!
Un avvenimento, non per ciò che ne seguirà, perché questo rimane nelle mani di Dio,  ma  per  l’eccezionalità  di  quello  che  abbiamo  ascoltato  e  vissuto,  per  la corrispondenza che ha mostrato avere alla nostra sete di felicità e verità.
I tanti messaggi e mail di chi è tornato lieto a casa lo dimostrano senza equivoci. Eppure,  quanta  malevolenza  aveva  sollevato  la  sua  semplice  convocazione! Anatemi verso i  firmatari della lettera, accuse, ostilità… sebbene pochissimi dei critici avessero veramente letto la nostra lettera di invito.
Ma  cosa è  accaduto  di  eccezionale  a  Bologna?  Abbiamo  toccato  con  mano  che quello che abbiamo di più caro, Gesù, anche in questo tempo cupo che viviamo, è una  presenza  viva  e  misteriosamente presente,  capace  di  con-muovere, illuminare la vita e sollecitare la libertà di ciascuno. Viene a mente il racconto dell’Anticristo di Solovev...
“L’imperatore si rivolse ai cristiani dicendo: ‘Strani uomini... ditemi voi stessi o cristiani, abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi, che cosa avete di  più  caro  nel  cristianesimo?’.  Allora  si  alzò  in  piedi  lo  Staretz Giovanni e rispose con dolcezza: ‘Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro  nel  cristianesimo  è  Cristo  stesso!  Lui  stesso  e  tutto  ciò  che  viene  da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza
della Divinità!’” (V. Solovev, Il dialogo dell’Anticristo).
È stato inevitabile constatare – con dolore – quel sentirsi abbandonati, anzitutto da chi avrebbe un compito di guida; abbiamo toccato con mano, ancora una volta, l’attuale  situazione  del  Movimento,  con una  conduzione  che  ha  abbandonato il metodo di don Giussani, che dimentica o  rinnega la storia e cerca supporto nel potere mondano, abbracciandone la mentalità. E poi il dramma di una vita che si spegne perfino con la scomparsa di intere comunità.
Ma a Bologna abbiamo sperimentato, anche e soprattutto, una Presenza che non ci abbandona e che ha utilizzato la libertà e semplicità di alcuni per raggiungerci e chiamarci ancora uno per uno eppure insieme!
Adesso questa comune vocazione, questo riconoscerci compagni di strada, urge in noi  la  coscienza  di  una  appartenenza reciproca. Ed  è  illuminante  rileggere  i primissimi albori del Movimento come li descrive Giussani:
“Iniziando  il movimento,  il primo giocato ero  io. Per cui, quando affrontai  i primi tre ragazzi in strada dopo la prima ora di scuola, dopo il primo giorno di  insegnamento  al  liceo  Berchet,  andai  a  casa  tutto  preoccupato  di  me stesso:  con  quale  responsabilità,  con  quale  autocoscienza,  con  quale implicazione  di  me  dovevo  rispondere  e  corrispondere  a  quello  che incominciavo  ad  intuire  parlando  loro!  Capivo  che  non  potevo  rivederli  il giorno  dopo  senza  prendere  posizione  di  fronte  a  questa  dilatazione  della questione:  io  appartenevo  a  quei  tre  ragazzi;  appartenevo  non  a  loro,  ma all'unità con essi.”
Ciò che ci tiene insieme, che fa – per Grazia - unità fra noi, è Colui che insieme ci ha chiamati: “Quello che abbiamo di più caro è Cristo stesso e tutto ciò che viene da Lui”.
È  la  sua presenza, mendicata  nella  preghiera  e  nella memoria  e  che  prosegue dentro i volti di una storia sempre nuova, la cui strada non è decisa da noi, ma è nel disegno misterioso di un Altro.
Quella  che  mendichiamo  è  la  Presenza  di  Cristo  che  dice a ogni  uomo  e  a ciascuno di noi: “Donna, uomo, ragazzo, ragazza non piangere perché Io sono con voi, presente e vivo!”
Di  questa  Presenza,  che  giudica  la  realtà,  tutta la realtà, anche  quella  del Movimento, come del mondo intero, siamo chiamati a dare testimonianza, a tutti, ovunque ci capita di vivere.
Anche  se  l’originalità  di  una  presenza  e  di  un  giudizio  inevitabilmente  creano divisione: “Pour se poser, il s’oppose”. Ovunque e senza timore: la libertà in azione è scomoda e divide, ma anche stupisce e affascina.
Nella  lotta  della  vita  vogliamo aiutarci  a  non  smarrire  lo  scopo  e  a  farci compagnia  a  tutti,  con  semplicità  e  autenticità,  senza  censurare  nulla  e  senza sentire nessuno come estraneo.
La testimonianza reciproca è la forma più efficace della carità.
Lele Tiscar
Antonio Socci
Marco Paglialunga
Giampaolo Cerri

1 commento:

  1. "cerca supporto nel potere mondano, abbracciandone la mentalità"... guarda che è ciò che CL ha sempre fatto e da cui Carron sta cercando di preservarla. D'altronde "girare le frittate" è stata un'arte in cui i ciellini sono sempre stati maestri e con questo documento dimostrate di voler esserlo ancora.

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