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lunedì 7 agosto 2017

Una Strana Compagnia

Una delle peggiori vacanze della mia vita.
Lo dico sinceramente. Anche se non ci voleva molto, visto che di vacanze in vita mia ne ho fatte davvero poche, da quando tengo famiglia e devo lavorare per arrivare (spesso a stento) a fine mese.
Anche per questo sono arrivato in vacanza in Trentino stanchissimo, quasi esaurito per la stanchezza, soprattutto a causa di un periodo intenso di lavoro e complice pure un viaggio da Roma davvero faticoso (per il traffico e qualche altro intoppo) durato circa nove ore, con una vecchia macchina senza l'aria condizionata.
Arrivato in albergo, ci ho messo un giorno solo per capire dov'ero, stranito dal fatto di non trovarmi davanti ad una scrivania a lavorare al computer. Ho iniziato la vacanza così stanco che ogni mattina ero intontito, quasi come un ebete; rispondevo a stento ai saluti e se c'era un incontro, capivo, ma non riuscivo a connettere. E le passeggiate più semplici sono state per me un piccolo martirio, abituato a tenere le gambe incrociate sotto la scrivania per 10-12 ore al giorno.
Ma non è bastato tutto questo. Il lunedì (quindi il secondo giorno della vacanza) mi hanno chiamato dal lavoro per un grave problema occorso dopo un aggiornamento sul server: la mia applicazione non aveva smesso di funzionare. Un aggiornamento non previsto, non calcolato, a me non comunicato. Insomma, una sorta grosso problema che, ora che ero in ferie, rischiava di diventare un piccolo incubo.
Per fortuna mi ero portato il mio fedele computer portatile: che fortuna, così ho potuto lavorare (seppure ancora stanchissimo) anche in ferie!
Stress pregresso, stanchezza, poi ancora stress per un problema improvviso da risolvere urgentemente, senza potermi godere qualche giorno di ferie. E così ho pure dormito malissimo solo per la stanchezza. Risolto il problema al lavoro in un paio di giorni, è arrivata la notizia di un altro problema grave (stavolta non lavorativo, ma personale). E ho pure passato la nottata quasi in bianco, arrovellandomi inutilmente tra pensieri e preoccupazioni.
Poi ci si sono messi pure gli amici, vedendomi lì sempre seduto al computer nel salone dell'albergo: "visto che sei esperto di informatica, ci dai una mano con le foto delle vacanze?".
Beh, ormai che ci sono...
Così ho passato la mattinata dell'ultimo giorno a scaricare quasi 150 foto dal mio account di Whatsapp e costruire così una sequenza da mostrare durante la festa finale. Alla fine le dita sul mouse erano indolenzite. Nel primo pomeriggio sono andato a riposare, pensando di svegliarmi per le 17 e seguire l'incontro con mons. Negri. Invece niente, mi sono svegliato alle 18 e 30, appena in tempo per la Santa Messa. Poi la cena e alla fine festa e proiezione delle foto.

Eppure...
Solo quel paio di ore della festa hanno cambiato tutto. Mi hanno cambiato dentro. Sono state l'evidenza di un popolo, un piccolissimo popolo, che nonostante tutti i problemi personali (perché di sicuro non sono l'unico!) e tutti i problemi del mondo e tutti gli scandali del mondo (e degli amici, o di quelli che abbiamo considerato amici!) trova l'occasione di gioire, di esser lieti; ma non essere lieti per non pensare ai problemi, per dimenticare, per essere distratti rispetto alla realtà che comunque ci attende inesorabile alla fine delle vacanze.
Una letizia che invece nasceva da una realtà presente, da una speranza presente, da un presentimento del vero percepito e gustato nei volti di quelli presenti alla vacanza. La sera, dopo la festa, sono andato a letto stanco come gli altri giorni.
La mattina seguente invece no. Non ero più stanco, mi sentivo in forma e con l'energia addosso per tornare a casa e cambiare il mondo. Tanto che un paio di amici mi hanno letteralmente detto: "stamattina ti vedo in forma!".

Lo ripeto: è stata la vacanza peggio vissuta tra le poche vacanze che mi sono goduto finora. Una esperienza nuova, in senso negativo.
Ma l'esperienza di questa energia, che mi fa sorgere il desiderio di tornare a casa e cambiare il mondo, questa l'ho già vissuta diverse volte, sempre dopo certe vacanze con certi amici, quelli di una "strana compagnia". Dopo certe vacanze o dopo certi esercizi spirituali. Una compagnia di persone che, in un modo o nell'altro, costantemente ti richiamano a Cristo, costantemente ti richiamano alle sorti della Chiesa e del mondo, senza mai nulla toglierti dei pensieri dei tuoi problemi. Si penserebbe di soffocare. Invece no, non si soffoca, anzi si respira finalmente a pieni polmoni, perché pure i problemi personali sono collocati (finalmente!) nella loro giusta dimensione, cioè come partecipazione ai problemi del mondo, un puntino minuscolo rispetto ai problemi del mondo.
Allora pure i problemi personali acquistano un senso. E tutto acquista un senso. E allora viene voglia di cambiare il mondo: viene addirittura l'energia di cambiare il mondo.
Che "strana compagnia"...

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