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lunedì 2 maggio 2016

Amoris Laetitia, una autorevole stroncatura

Uno dei punti controversi dell'Enciclica Amoris Laetitia è relativo al paragrafo 305. Questo il suo contenuto completo:
"Pertanto, un Pastore non può sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni “irregolari”, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone. È il caso dei cuori chiusi, che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa «per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite».[349]In questa medesima linea si è pronunciata la Commissione Teologica Internazionale: «La legge naturale non può dunque essere presentata come un insieme già costituito di regole che si impongono a priori al soggetto morale, ma è una fonte di ispirazione oggettiva per il suo processo, eminentemente personale, di presa di decisione».[350] A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa.[351] Il discernimento deve aiutare a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti. Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dio. Ricordiamo che «un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà».[352] La pastorale concreta dei ministri e delle comunità non può mancare di fare propria questa realtà."
Qui si afferma esplicitamente che "entro una situazione oggettiva di peccato... è possibile si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l'aiuto della Chiesa [351]".
Iniziamo ad analizzare questo paragrafo controverso partendo dalla fine.
Quale tipo di aiuto la Chiesa può dare ad una persona che si trova in una situazione oggettiva di peccato? Ci sono molti modi: il conforto spirituale, il sostegno morale, l'introduzione alla vita della comunità locale. Qui non dice che l'aiuto alla Chiesa possa essere dato con la partecipazione ai Sacramenti. Però neanche lo nega, lasciando aperta la porta al dubbio.
Il dubbio viene purtroppo chiarito dalla nota 351, che recita:
"In certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti. Per questo, «ai sacerdoti ricordo che il confessionale non dev’essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore» (Esort. ap. Evangelii gaudium [24 novembre 2013], 44: AAS 105 [2013], 1038). Ugualmente segnalo che l’Eucaristia «non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli» (ibid., 47: 1039)."
Quindi qui si afferma esplicitamente che, anche chi vive entro una situazione oggettiva di peccato, può accedere ai sacramenti. A poco vale la considerazione che "non sia soggettivamente colpevole", poiché i "fattori attenuanti" possono (per definizione) diminuire la colpa personale, non annullarla.
Questo è in palese contraddizione con il magistero ordinario della Chiesa, anche perché in tutto questo paragrafo (note incluse) non si fa alcun accenno al pentimento della persona e al proposito di non peccare più, inclusa la determinazione di smettere la condizione di peccato (la convivenza in caso di seconda unione) o l'impegno a vivere in condizioni di castità, nel caso non fosse auspicabile la separazione della nuova unione (perché mette a rischio l'educazione dei figli della nuova unione).
Tutto questo combacia - purtroppo - con quanto già rilevato nel precedente post, cioè sul fatto che viene considerata negativamente una qualche mancanza di intimità perché pregiudicherebbe la fedeltà. Per i commenti su questo aspetto rimando a quel post.
Comunque le contraddizioni di questo paragrafo sono state anche commentate da un personaggio autorevole, il professor Robert Spaermann,  ottentanovenne amico di Joseph Ratzinger, professore emerito di filosofia presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera, uno dei maggiori filosofi e teologi tedeschi.
Il suo commento è apparso sul blog di Sandro Magister.
Il suo giudizio è durissimo: "Roma può ora imporre la direttiva per cui saranno nominati solo vescovi “misericordiosi”, che sono disposti ad ammorbidire l’ordine esistente. Il caos è stato eretto a principio con un tratto di penna. Il papa avrebbe dovuto sapere che con un tale passo spacca la Chiesa e la porta verso uno scisma. Questo scisma non risiederebbe alla periferia, ma nel cuore stesso della Chiesa. Che Dio ce ne scampi."
Del resto, che ci sia un cambiamento nella dottrina l'ha confermato il Papa stesso, affermando su esplicita domanda se sia cambiato qualcosa sull'accesso alla Comunione: "Si, punto". E sottolineando di riferirsi, per una spiegazione più completa, alle parole del cardinale Schönborn.
E sul perito del paragrafo 305 annota giustamente Spaermann: "Si noti, solo per inciso, che qui ci si serve, giocando su un fraintendimento intenzionale, del passo evangelico citato. Gesù dice, infatti, sì, che i farisei e gli scribi siedono sulla cattedra di Mosè, ma sottolinea espressamente che i discepoli devono praticare e osservare tutto quello che essi dicono, ma non devono vivere come loro (Mt 23, 2)".
L'accusa qui è pesante, perché evidentemente c'è qualcuno che è l'autore di un "fraintendimento intenzionale".
A tal proposito mi viene da pensare che Cristo è morto in croce per salvare il mondo, ma senza togliere una sola virgola della legge stabilita, perché Lui è venuto per compiere non per togliere.
La Chiesa di questi tempi invece sta prendendo un'altra piega. Ma non tutta la Chiesa, grazie a Dio.

3 commenti:

  1. Una puntuale e convicente confutazione degli argomenti sostenuti dal professore di Filosofia tedesco è svolta dal teologo Andrea Grillo:
    http://www.cittadellaeditrice.com/munera/alla-scoperta-di-amoris-laetitia-9-il-profeta-spaemann-la-oggettivita-come-spazio-da-occupare-e-il-tempo-come-storia-da-negare/

    Di mio posso dire che trovo francamente tragico l'atteggiamento del blogger che anima questo sito. Come i sacerdoti, gli scribi e i farisei dei tempi di Gesù non riesce a vedere, chiuso nella sua cecità, quanto lo Spirito stia soffiando nella Chiesa grazie a Papa Francesco. Non stupisce che faccia parte dell'ala più retriva di CL, sorda ai richiami di Carron che sta cercando di portare il movimento ad una posizione più autenticamente evangelica, dopo i disastri commessi a tutti i livelli dai membri del movimento nella vita pubbblica.

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  2. Riporto dal suo link:
    "Questa era per la Chiesa cattolica l’unico rimedio “oggettivo”, fino ad AL."

    Cioè, fino alla Amoris Laetitia, per non essere in peccato in seconda unione, vi sono solo due strade: o la nullità della prima unione oppure la castità della seconda unione.
    Poi arriva la AL e le cose cambiano.
    Allora la Chiesa prima sbagliava? Ma lo stesso Papa Francesco e tutti quelli che lo apprezzano, non vanno forse dicendo che non vogliono cambiare la dottrina tradizionale?
    Così pure io (come tanti altri cristiani fedeli) prima ero un seguace di Gesù, però dopo la AL finisco classificato tra gli scribi e i farisei.
    Lo stesso metro di giudizio viene applicato da lei a CL.
    Ora c'è Carron, che per fortuna sta portando CL "ad una posizione più autenticamente evangelica, dopo i disastri commessi a tutti i livelli dai membri del movimento nella vita pubblica".
    Ma prima c'era Giussani, non dobbiamo dimenticarlo.
    Quindi prima con don Giussani, CL era un disastro. Ora per fortuna c'è Carron che ci porta ad una posizione più evangelica.
    Ma questo "cambiamento" è proprio ciò che Carron NEGA di voler fare e di fare.
    Caro commentatore "alphiton", se si segue il teologo Grillo, se la filosofia perde l'oggettività, allora ogni verità non è più oggettiva e fioriscono le contraddizioni. Come quelle presenti nel suo commento e nella AL.

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  3. Non è il Vangelo che cambia, ma siamo noi che lo comprendiamo meglio (Giovanni XXIII). Sulla questione della castità nella seconda unione, ho già postato su questo sito i due splendidi interventi di Mons. Vesco, Vescovo di Orano, tenuti all'ultimo Sinodo dei Vescovi. Se li legga con attenzione e troverà un'intelligenza della situazione in cui vivono queste persone che va oltre l'astrattezza di un principio.
    Quanto a CL, di Giussani non me ne importa nulla. E' un fatto che la modalità con cui i membri di CL si muovono nella sfera pubblica ha fatto enormi danni. E' evidente che il povero Carron non può smentire il fondatore del movimento, ma il cambiamento di linea è palmare e trova, infatti, notevoli contestazioni nell'ambito di Cl, soprattutto da parte della "vecchia guardia", contestazioni che lei, tra l'altro, condivide pienamente. Se ci fosse continuità fra Carron e Giussani, al di là di quello che il primo afferma, non ci sarebbero motivi di criticarlo così pesantemente. Quindi nessuna contraddizione da parte mia (ma considerata la mia condizione di povero cristiano non importa più di tanto) e soprattutto nessuna contraddizione da parte di Papa Francesco che sta portando la Chiesa ad una maggiore comprensione della complessità tipica del nostro tempo.

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