Ma la realtà è completamente diversa, a mio avviso. Il brano così prospettato visto il tono di tutti i vangeli, e in particolare la prima lettera di San Giovanni, non avrebbe senso.
In tutti i vangeli Gesù invita ad avere fede proprio perché vedono, proprio per le opere che lui mostra. E pure l'inizio della lettera di San Giovanni recita testualmente.
"Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi.."Non solo una adesione di mente e di cuore, ma occhi che vedono, mani che toccano, orecchie che ascoltano, questa è la nostra fede. Per questo ha avuto torto e ha torto chi afferma che la salvezza dipende dalla sola fede, ma dalla fede e dalle opere insieme. Perché solo se collaborano insieme mente, cuore, occhi, mani, orecchie allora è coinvolto tutto l'umano ed è salvato tutto l'umano.
Allora come interpretare il brano di oggi? Ripartiamo dal Vangelo:
"Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». "Anzitutto un nota bene. Quelli per gli Apostoli erano ancora i giorni della paura, poiché nonostante la testimonianza delle donne e la scoperta del sepolcro vuoto, nonostante la testimonianza dei due discepoli di Emmaus, ancora non riuscivano a credere. La loro era una fede Apostolica, lo era stata finora, fino alla morte di Gesù in croce. Per avere fede era necessario che vedessero.
E la nostra fede si basa sulla fede apostolica, cioè sulla testimonianza di chi ha personalmente visto, toccato, udito il Signore Gesù prima morto e sepolto, poi risorto e vivo. La loro fede non poteva essere una fede per testimonianza di altri, doveva essere invece una fede per conoscenza diretta.
Per questo san Tommaso giustamente risponde "se non vedo io, se non metto le mie mani nel costato, non credo": perché lui, uno dei Dodici, aveva il compito e il dovere di credere per testimonianza diretta dei suoi sensi, non per il racconto (per quanto affidabile) di altri.
Gesù stesso quindi, senza alcun accenno di rimprovero (che è una invenzione dei preti di oggi), lo invita ad avere la fede degli Apostoli, invitandolo a mettere il dito nella piaga e a guardare le sue mani e a stendere la sua mano e metterla nel costato e quindi a non essere più incredulo ma credente!
Gesù stesso lo riammette nella comunità dei Dodici, offrendo il suo corpo ai sensi di Tommaso, perché testimoniasse che lui era vivo e risorto con il corpo.
Ancor più significativo quello che segue, perché la nostra fede invece, dopo duemila anni, è fondata sulla testimonianza, non è uguale a quella degli apostoli. Ma è fondata sulla testimonianza di testimoni certi e affidabili, scelti dal Signore stesso. Per questo subito Gesù dice: "Perché hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".
Qui non è in contrapposizione l'atteggiamento di san Tommaso con il nostro, ma qui è il fondamento della nostra fede, perché confermata dallo stesso san Tommaso, testimone diretto.
San Tommaso ha visto, toccato, udito e ha creduto quindi anche noi possiamo credere.
Grazie san Tommaso!
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