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mercoledì 8 luglio 2015

Inutilità della politica 2

Non c'è dubbio che la manifestazione del 20 giugno a Roma abbia lasciato un segno. Anzi, forse sarebbe più corretto dire un solco, un profondo solco.
Da un lato, i politici cosiddetti "cattolici" impegnati al governo, ma culturalmente contrari alle teorie gender. Dall'altra il popolo cattolico, quello che era in piazza a Roma. E dal tono dei commenti che si leggono su internet ai post di questi politici che hanno in qualche modo cercato di giustificare la loro posizione e il loro operato, sembra che il solco sia davvero profondo.
Mi pare che ci sia poco da dire, se non che le ragioni addotte sembrano davvero fragili e le argomentazioni sembrano un vano tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Ho già commentato il triste tentativo della Roccella di spiegare che un eventuale voto di opposizione (alla fiducia chiesta dal governo) sarebbe stato inutile, e così ho definito il tentativo di fare politica in questo momento: INUTILE.
Inutile prima di tutto perché SIAMO IN GUERRA, e in guerra non si fanno tentativi o mediazioni, ma si combatte per un ideale senza avere certezza della vittoria. Ci si batte, a qualsiasi costo, perché ci si rifiuta di stare col nemico, di cedere le armi al nemico. E questo si deve fare, quando cedere le armi vuol dire rinunciare ai propri principi. Ma soprattutto si deve fare quando di fatto non c'è alternativa. E l'alternativa non c'è, quando questa coincide con la loro vittoria.
Lo stesso identico commento è quello che si può fare alla lettera del senatore Maurizio Lupi pubblicata dal Sussidiario. Lupi si attacca al fatto che la legge sulla Buona Scuola non introduce l'insegnamento della teoria gender. Lo stesso Lupi afferma: "Primo fatto: in molte scuole italiane già da anni, e non in un prossimo futuro, si sta cercando di introdurre l'insegnamento della teoria del gender".
Interessante. E il governo cosa fa? Una legge contro questi abusi? Una legge che metta in galera i presidi che permettono questi insegnamenti senza aver consultato i genitori? Una sorveglianza sul fatto che si proibisca ai bambini di vedere immagini, anche solo disegnate, di organi genitali? Niente affatto, niente di tutto questo.
E allora, A CHE SERVONO I POLITICI??? A noi cattolici, di certo servono a ben poco. Ma forse mi sbaglio, nel senso che non servono proprio a nulla!
Lupi è molto bravo a entrare nel dettaglio e a sottolineare che tutto è dovuto all'opera dell'Unar e al lavoro del Dipartimento delle Pari Opportunità e al ministro Fornero. Ok, ma la domanda rimane: loro, i nostri politici, che ci stanno a fare? A regalare il loro voto inutile al governo? Un governo sempre molto svelto ad accantonarli, quando potrebbero dare fastidio oppure fare bene il loro lavoro quando invece c'è da fare del lavoro sporco?
E perché non hanno lottato per cancellare il fatidico comma 16, che fa riferimento proprio al documento che prevede "l'inserimento di un approccio di genere nella pratica didattica"? A che servono i politici, se non a impedire a qualsiasi costo la distruzione della sana educazione?
Proprio Lupi è stato una vittima di giochi sporchi, accantonato perché il figlio avrebbe preso un regalo per la laurea. Qui il problema non è che Lupi (e tutti gli altri) non sappiano fare il loro mestiere, quando hanno la possibilità di governare. Il problema è che si comportano come se tutto fosse uguale a prima, come se fossimo a dieci anni fa, come se la crisi non avesse cambiato tutto.
Invece no, la crisi ha cambiato tutto, è scoppiata la guerra e noi cittadini (e soprattutto noi credenti) siamo carne da macello in questa guerra sporca, combattuta con le armi della finanza (per arricchire i potenti) e della disoccupazione (per farci pagare tutto, anche l'aria che respiriamo).
In questa ottica, patetico risulta il tentativo di gloriarsi di aver appoggiato una legge che "inserisce nella scuola italiana merito, responsabilità del preside, autonomia, possibilità di donazioni per le scuole e 100mila nuovi insegnanti di ruolo.." come se non fossero tutte cose pagate da noi, con i nostri sudati risparmi, tra un licenziamento e l'altro, tra un posto part time e un secondo lavoro a nero.
Pagheremo tutto noi, anche con i soldi che non abbiamo e che farà crescere il nostro debito.
Questo sarà l'unico risultato, per cui la finanza internazionale già si sta fregando le mani: far crescere il nostro debito.
Sono mesi che il ministro Padoan afferma che occorre far diminuire il debito. Bravo! E perché lui non ci riesce? Se è tanto bravo, perché non lo fa lui?
Forse perché avendo una moneta straniera, non è materialmente possibile? E allora a che serve lui?
E su questo, cosa hanno da dire i politici cattolici? Cosa hanno da dire sulla compatibilità della moneta unica con la Dottrina Sociale della Chiesa?
Se non hanno niente da dire ( oppure sanno e non dicono!) a che servono i politici?

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