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giovedì 25 giugno 2015

A mons. Galantino preferisco don Fabio

Citazioni contro citazioni

Nell'analisi delle deboli ragioni esposte dall'avviso di CL agli iscritti alla Fraternità, un peso rilevante lo hanno le citazioni riportate, poiché precisamente su quelle è stata basata la ragione per non aderire.
Le citazioni principali riguardano la figura di mons. Galantino, Segretario generale CEI su nomina di Papa Francesco.
Mentre leggevo l'avviso, appena letta la sua citazione, il primo pensiero è stato: "ma non hanno trovato nessuno meno losco da citare?". Quel poco che so delle azioni di mons. Galantino mi bastano non per approfondire. Mons. Nunzio Galantino è l'autore della dichiarazione per cui non si trovava in sintonia "con i visi inespressivi" di coloro che recita il rosario fuori delle cliniche abortiste, una frase che soprattutto sul web ha scatenato la fiera protesta di tanti cattolici praticanti.
Lo stesso mons. Galantino è l'autore della nuova linea editoriale della televisione cattolica TV 2000. Ovviamente è un ufficio che gli compete in quanto Segretario della CEI; rimane il dubbio che gli competa per la competenza richiesta dall'ufficio. In ogni caso, è stato a causa della sua svolta che viene nominato direttore Paolo Ruffini*, ex di RaiTre e poi di La7, certo non un esempio di cattolico praticante. Sta di fatto che la nuova direzione debutta invitando il noto trans Luxuria come ospite fisso per i commenti di una trasmissione. Invito poi ritirato precipitosamente quando si scopre che la prima occasione è precedente di pochi giorni il Sinodo straordinario sulla famiglia e si è temuto per qualche commento inopportuno del nuovo ospite.
Tutto questo accade, è evidente, perché si privilegia il dialogo piuttosto che contenuti, cioè la libertà piuttosto che verità, una impostazione che è figlia degenere di quella ideologica nota come liberismo.
Una impostazione che oggi è evidentemente dominante, quindi non c'è troppo da meravigliarsi o scandalizzarsi se capita anche tra noi di rilevare questi assunti culturali e ideologici. Piuttosto c'è da rilevarlo (quando accade) con tutta serenità, sapendo che questo è il male moderno da combattere.
Prima di leggere l'avviso di CL, le ragioni di chi aveva organizzato la manifestazione del 20 giugno mi parevano evidenti e salde. Questo lo dico perché tu che mi leggi sappia che ho letto quel documento con un pregiudizio. Ma avendo letto la citazione di mons. Galantino, il pregiudizio si è rafforzato, sia per la statura del personaggio, sia per i contenuti, che ribadiscono sostanzialmente la prevalenza del dialogo sulla della verità.
Ma qui il discorso deve essere allargato, perché questa deriva non è nata l'altro ieri, è nata da diversi decenni e anzi si può dire che in fondo CL culturalmente è nata provvidenzialmente proprio per opporsi a questa deriva. Non a caso uno dei concetti più noti di Giussani è quello relativo ai "tre fattori costitutivi" della Chiesa (Capitolo secondo della parte seconda del volume "Perché la Chiesa"); di questi tre fattori è proprio quello descritto come "una comunità sociologicamente identificabile". E per descrivere questo fattore, Giussani commenta diversi brani degli Atti degli Apostoli; in particolare quello dove si dice che "Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone" (At 5,12). Quindi una riconoscibilità fisica, pubblica, oggettiva, come stare davanti a tutti in una piazza.
Questo è un elemento dell'essere cristiani, dell'essere Chiesa che non è possibile eliminare, poiché appartiene a quel compito, tipicamente ecclesiale, che si chiama testimonianza. Un compito non solo ecclesiale, anche personale; ma soprattutto ecclesiale. Ha ribadito Gesù, pregando il Padre, "che siano una cosa sola perché il mondo creda" (Gv 17,21).
Sulla testimonianza, non si può scherzare. Noi siamo definiti cristiani perché per definizione siamo "testimoni di Cristo". Se manca questo, manca un pezzo della nostra identità e non un piccolo pezzo.

* la nomina è seguita al licenziamento di Dino Boffo; mossa improvvida, poiché una clausola del contratto impediva il licenziamento, per cui Boffo è stato reintegrato "a casa" cioè pagato per non fare nulla.

Le ragioni adeguate

Ma non ci si può fermare ad una critica delle motivazioni esposte, occorre trovare le ragioni adeguate per un gesto. E le ragioni adeguate, da un punto di vista ciellino, le ho trovate in un mirabile e sintetico articolo di don Fabio Giovenzana, dal titolo efficace "A Galantino preferisco Giussani". E già il titolo invita alla corretta impostazione. Se infatti apparteniamo al carisma nato dalla vita umana di don Giussani, è a lui e alle sue parole che dobbiamo far riferimento, non a quelle di un qualsiasi seppur ispirato altro personaggio.
Don Fabio ha elencato in modo estremamente preciso e conciso quelle che possono essere le motivazioni di una partecipazione alla manifestazione del 20 giugno. Ma qui mi interessa mettere in risalto quelle che secondo me sono le motivazioni più importanti, mentre don Fabio mi pare che abbia avuto in mente la scaletta delle motivazioni dell'avviso di CL, quasi per rispondere punto su punto.
1. La ragione dell'unità
L'unità è il principale compito di qualsiasi cristiano, poiché, come ha pregato Gesù, quello è il mezzo "affinché il mondo creda" (Gv 17,21). La manifestazione è stata una straordinaria occasione di unità per difendere un valore inestimabile per tutta l'umanità: la famiglia.
2. La famiglia come valore fondamentale e religioso
La questione della famiglia non è solo un valore sociale, ma un valore strettamente religioso perché fondato sull'unione di un uomo con una donna come esemplari di specie maschile e femminile: "maschio e femmina li creò". La condizione sessuale non può essere messa in subordine al gusto sessuale.
3. CL è nata per una passione all'educazione delle persone
Don Giussani ha insegnato che le caratteristiche del richiamo educativo sono: deciso come gesto, elementare nella comunicazione, integrale nelle dimensioni (cultura – carità – cattolicità), comunitario nella realizzazione (Il cammino al vero è un’esperienza).
4. La fede e la politica
"La fede o investe tutta la personalità umana oppure resta una giustapposizione intellettualistica o, al più, un’intrusione sentimentale. Noi non crediamo alla separazione fra fede e politica. A una fede che non abbia alcuna incidenza sulla vita (e quindi su quella fondamentale espressione della vita che è la politica) io non ci crederei. Una fede di questo genere è un pezzo da museo. Come è un pezzo da museo il culto che viene “permesso” nei paesi socialisti". Parola di don Giussani.
5. Mettersi contro il potere dominante
"Nelle catacombe si crea un proprio ambito, quando non si può fare assolutamente in modo diverso e si è nel dolore dell'attesa di una manifestazione. La modalità della presenza è resistenza all'apparenza delle cose ed è contrattacco alla mentalità comune, alla teoria dominante e alla ideologia del potere; resistenza e contrattacco non in senso negativo, di opposizione, ma come lavoro. Per indicare e per definire l'esprimersi di una presenza secondo una dignità anche semplicemente umana non esiste che la parola lavoro: cioè portare dentro tutto, su tutto, l'interesse della nostra persona. La forza della nascita del nostro Movimento è solo questa e nessuno immagina ora la ricchezza di reazione che qualificava i nostri primi gruppetti di fronte a ogni pagina che si studiava o ad ogni cosa che avveniva".

Queste sono le ragioni che secondo me sovrastano tutte le altre e rendevano necessaria l'adesione e la presenza alla manifestazione del 20 giugno.
La mancata adesione ufficiale ha messo CL nella stessa condizione di quei politici che, non avendo aderito pubblicamente, erano comunque presenti in piazza.
Un'ultima notazione. La motivazione di favorire il dialogo è oggettivamente una motivazione di ordine inferiore. Però è interessante perché mette in luce una certa ambiguità. Infatti non si sa bene questo benedetto dialogo con chi sia e dove si possa svolgere. Però, quello che è certo, vista la partecipazione di tanti esponenti non religiosi e di religioni diverse, sicuramente la non adesione ha precluso la possibilità di un proficuo dialogo con questi esponenti.
Lo ha precluso per CL. Non per le altre sigle che hanno ufficialmente aderito.

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