«Ascoltate questa citazione: “Il potere mondano tende a risucchiarci, ma la nostra presenza deve far la fatica di non lasciarsi invadere; questo deve avvenire attraverso un contrattacco. Un contrattacco alla mentalità comune, un contrattacco alla teoria dominante, un contrattacco all’ideologia del potere”. Queste parole sono state pronunciate da un grande uomo che io ho conosciuto quarant’anni fa, avevo quattordici anni. E sono state pronunciate proprio sulla libertà di educazione. Il nome di quell’uomo è don Luigi Giussani. Uno che se oggi fosse vivo sarebbe qui con noi, in piazza a ricordarci quanto sia stata drammaticamente profetica la sfida da lui lanciata al Potere, quando disse: “Mandateci in giro nudi, toglieteci tutto, ma non toglieteci la libertà di educare i nostri figli”, grazie don Giussani!».L'obiettivo della piazza era questo, poteva e doveva essere solo questo: un gesto di fatica per non lasciarsi invadere dal potere mondano, dal potere oggi dominante.
Cosa ci insegna don Giussani? Che questa fatica da attuare per non lasciarsi invadere dal potere dominante, deve essere attuata attraverso un contrattacco.
Questo è stato ricordato esplicitamente in piazza, da un oratore.
Potevo io mancare? Potevamo noi mancare? No, non potevamo mancare. Ma non soprattutto perché io dovevo partecipare ad un evento importante, un evento che mi trova d'accordo.
NO, l'obiettivo principale era ed è che questa è una cosa per me, per iniziare a fare io questa fatica per non lasciarmi invadere dal potere dominante, per iniziare ad essere io un luogo dove il potere dominante, che normalmente domina, nel mio io non domina.
Inizia la riscossa, inizia da me.
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